venerdì 19 Luglio 2024

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Utilizzata per sovvenzionare i fallimentari progetti FIAT fino a ieri oggi l’INPS vessa i disabili.

 

MILANO – Catia Petra di Pavia: «Sono nata con un’amiotrofia spinale progressiva e non ho mai camminato autonomamente. Nel 2007 ho passato un mese in rianimazione intubata e tracheotomizzata. Quando a luglio scorso ho ricevuto la lettera dell’Inps per la visita di controllo, ho inviato il foglio di dimissioni; non è bastato. Ma i documenti dell’ospedale non valgono? Il giorno della visita ho portato le cartelle dei ricoveri, ma volevano il verbale che certificava la mia invalidità al 100%, rilasciatomi nel ‘90 dalla Commissione medica militare. Tra amministrazioni pubbliche non si parlano? Dovrebbero saperlo, poi, che l’Asl mi ha accordato l’infermiere a domicilio e mi fornisce aspiratore e sondini». Lucia Micocci di Roma: «Sono cieca dalla nascita a causa di una retinite pigmentosa. Mi hanno convocato per la visita. Avevo anticipato via fax i documenti richiesti, ma hanno detto che il certificato medico era datato (1984). La visita è durata 4 ore e mezzo, mi hanno fatto il fondo oculare e prescritto anche un altro esame: Pev (Potenziali evocati visivi). Per farlo nel pubblico ci vogliono 6- 7 mesi di attesa o, per farlo subito, bisogna pagare 150 euro». Marco Rasconi di Milano: «Ho l’atrofia muscolare spinale. I due medici della commissione che mi dovevano fare il controllo non conoscevano la mia malattia, ho dovuto spiegargliela io». Giuseppe Arena di Napoli, padre di un bimbo di due anni e mezzo: «Mio figlio è nato con una cataratta congenita e ha passato la visita di prima istanza il 5 marzo 2009. Dopo 6 mesi doveva arrivare il decreto, ma non risultava neppure la pratica all’Inps. A dicembre dello stesso anno ho consegnato gli altri documenti richiesti. Un anno dopo lo chiamano per una visita straordinaria, un’altra l’ha fatta a gennaio scorso. Sono passati quasi due anni e ancora non si sa a che punto è la pratica».

 

 

SOTTO ESAME – Non sono voci isolate ma l’espressione di un disagio sempre più diffuso tra i cittadini con disabilità. Increduli, si sentono sotto esame e vessati da una burocrazia che li sottopone a procedure non sempre rispettose della loro dignità. Le denunce di pazienti e associazioni di disabili non si contano: si va dai ritardi per il riconoscimento dell’invalidità a visite di controllo – nell’ambito del piano straordinario per scovare i falsi invalidi – che coinvolgono anche persone con patologie irreversibili.

NUOVE PROCEDURE PER L’ACCERTAMENTO – Eppure le nuove procedure introdotte il primo gennaio 2010 dovevano semplificare la vita ai cittadini garantendo, grazie anche all’aiuto dell’informatica, trasparenza e tempi più veloci. Visite entro 30 giorni (15 per i malati oncologici), erogazione dei benefici entro 120 giorni dalla data di presentazione della domanda. Così prevedeva la circolare Inps n. 131 del 28 dicembre 2009 che fissava le modalità operative per la gestione delle procedure di riconoscimento e accertamento delle invalidità civili, attribuita all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale dall’art. 20 della Legge n. 102 del 2009. Era previsto, inoltre, che l’accertamento va fatto dalla Commissione medica dell’Asl, integrata da un medico dell’Inps. Ma in una su due ancora non c’è. «La presenza del medico Inps in Commissione Asl è al momento pari al 51% circa su scala nazionale – afferma Massimo Piccioni, presidente della commissione medica superiore dell’Inps – . Le difficoltà sono legate alla pianta organica e si conta di superarle attraverso il convenzionamento con medici legali».

DOPPIA VISITA – «L’unanimità di giudizio della Commissione Asl avrebbe dovuto scongiurare una seconda visita, consentendo di accelerare l’iter di convalida dei verbali di invalidità, handicap e disabilità – fa notare la Fish, Federazione Italiana Superamento Handicap -. Ancora oggi trascorrono mesi dal giorno della visita prima che il cittadino abbia una risposta ufficiale dall’Inps. Nel frattempo, senza quei certificati non può ottenere alcun beneficio, nemmeno sanitario, connesso alla sua condizione di disabilità».

VERIFICHE – «Le visite di controllo rasentano la follia – incalza Tomaso Daniele, presidente dell’Unione italiana ciechi-. Oltre alle modalità, a volte feroci, sono state convocate per l’accertamento dell’invalidità persone con patologie stabilizzate e ingravescenti che in base al decreto ministeriale del 2 agosto 2007 dovrebbero essere esonerate dalla rivedibilità. Inoltre, i ritardi nei controlli comportano automaticamente la sospensione del beneficio economico, in alcuni casi anche prima della visita di verifica da parte dell’Inps». Ma come mai questi “disguidi”?

ASL RITARDATARIE – «Abbiamo chiesto alle Asl la trasmissione dei fascicoli sanitari, ma su 200 mila richieste abbiamo ricevuto solo il 9% dei fascicoli – denuncia Piccioni -. In assenza di altra documentazione sanitaria, l’Inps ha dovuto chiamare a visita i pazienti». Quanto alle modalità di trasmissione, precisa Piccioni: «Su scala nazionale le Asl trasmettono i verbali per via informatica nella misura del 20%; questo comporta un macchinoso lavoro di acquisizione elettronica di materiale cartaceo da parte dell’Inps, dal momento che la telematizzazione del processo rappresenta un preciso obiettivo della Legge 102/2009».

COME EVITARE DISAGI – Ma come si pensa di evitare ulteriori disagi a chi ha una vera disabilità? Risponde Piccioni: «All’Inps compete l’accertamento definitivo ed è tenuto a verificare che i requisiti sanitari dei cittadini siano conformi a quelli previsti dalla legge. Si tratta, quindi, di attuare un accertamento medico legale secondo criteri rigorosi e scientifici senza alcun intento pregiudizialmente punitivo. L’Istituto – precisa Piccioni – ha comunque emanato delle linee guida che prevedono un trattamento accelerato per casi di particolare gravità con il preciso obiettivo di evitare inutili duplicazioni e reiterati accertamenti». Peccato che non sempre e non dappertutto siano rispettate le linee guida, con seri disagi per pazienti con gravi disabilità che devono recarsi in una sede Inps per la visita di controllo.

INTERROGAZIONI E CLASS ACTION – Le associazioni dei disabili annunciano battaglia. La Fish ha preparato un’interrogazione scritta per il ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi, mettendola a disposizione di quei parlamentari che intendono presentarla alla propria Camera di appartenenza. Uic e Adiconsum sono pronti a promuovere una class action e a chiedere ai giudici di pace il risarcimento del danno esistenziale. Intanto Piccioni promette la disponibilità dell’Inps ad aprire con l’Unione ciechi un «tavolo tecnico permanente per individuare i criteri del campione da sottoporre alle visite».

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