venerdì 19 Luglio 2024

Niccolò Giani

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alt14 marzo 1941 – 14 marzo 2011

Cofondatore della Scuola di Mistica Fascista, mente lucida, cuor traboccante, uomo di fede. Nel 1940 partì volontario per il fronte. Così raccontò Mezzasoma il suo epico sacrificio.
“Mantenne la promessa. Alla testa dei suoi uomini raggiunse un’altra vetta, sulla quale alta sfolgorava la luce della gloria, e a bombe a mano assalì un presidio greco. Circondato, lottò eroicamente fino a quando una pallottola gli recise la gola, gli spezzò la vita, soffocò il canto della sua giovinezza”.
“Perché siamo mistici?” si chiese e ci spiegò Giani.
La sua risposta fu articolata, come lo fu il decalogo di Guido Pallotta.
Un suo significativo estratto: “Siate intransigenti, domenicani, ci disse Arnaldo (Mussolini, fratello del Duce e fondatore della Scuola di Mistica ndr) quando, nel binomio coscienza e dovere, esaltò la dote tradizionale del nuovo italiano di Mussolini.
Nel problema morale del conoscere e dell’operare in conformità, il Maestro allora individuò la virtù tipica del nostro genio. Essere intransigenti su questo principio, volere sempre, in qualunque circostanza, questa perfetta coerenza, questa immediata consequenzialità tra il pensiero e l’azione deve essere la conseguenza dei mistici. ‘La fede muove le montagne’ ammonì il Duce il 20 novembre. ‘Questa – Egli aggiunge – può essere la vostra parola d’ordine’. Lo è. Perché la fede è tutto. Nulla se non si crede si fa, nulla se non si ha fede si vuole, nessuna difficoltà, se non si è fermamente convinti, si vince.”

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