Il caso Murdoch presentato ad arte come femminismo difettoso
Così no. Calcolatrici, senza cuore e anche incapaci di assumersi le proprie responsabilità. No, non sono queste le donne che voglio veder crescere, che voglio sostenere.
Da alcuni giorni l’Inghilterra è scossa dallo scandalo del News of the World, il settimanale popolare britannico da 2,8 milioni di copie vendute che spiava migliaia di cittadini ignari rubando messaggi e conversazioni dai cellulari di bambine sequestrate e uccise, messaggi e conversazioni dai cellulari dei militari morti in Afghanistan e Iraq.
Rupert Murdoch, che ne è il proprietario, ha deciso di chiuderlo: domenica è stato il suo ultimo numero. Lo scandalo è arrivato fino alle porte del primo ministro britannico David Cameron.
Direttrice del giornale era all’epoca dei fatti venuti alla luce solo ora Rebekah Brooks (nella foto), donna dalla carriera fulminante tanto che oggi è numero uno di News International, la società attraverso cui Murdoch controlla i quotidiani inglesi e americani.
La prima che avrebbe dovuto dimettersi anche se fosse vero – come lei si è difesa – che non sapeva che alcuni dei suoi giornalisti avevano ingaggiato un detective per spiare le conversazioni.Ma non lo ha fatto. Non si è dimessa. Si è nascosta dietro un “non sapevo, ero in vacanza”. Non è degno di un capo. Anche meno, per me, degno di un capo donna.
Questo caso mi colpisce come giornalista per la totale mancanza di comportamento etico da parte di altri giornalisti. Ma mi colpisce anche in quanto donna che molto ha scritto per spingere perché le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini.
Se è giusto mettere in evidenza modelli femminili positivi, così penso che si debba dire con chiarezza quando il modello non va.
Comprendiamo. Prendersela con il responsabile principale, il magnate Murdoch, potrebbe alimentare riflessi immediati di antisemitismo. Prendiamocela allora con la Brooks ma facendo bene attenzione a dire che come donna era imperfetta. Hai visto mai che qualcuno dovesse mettere in discussione i tabu maternalisti e femministi della nostra orribile nuova società matrigna?
