venerdì 19 Luglio 2024

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Prove di pace sul cantiere fra Gianfranco Fini, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ex compagni di partito prima in An, poi nel Pdl, e quindi divisi dopo lo strappo da Silvio Berlusconi del presidente della Camera. 
Chiusa una fase con le dimissioni del premier e in vista di una nuova stagione in cui «nulla sarà come prima», il leader di Fli vede nuovi scenari. Una disponibilità che viene fiutata nel centrodestra dove pare aprirsi un varco anche nella tormentata diaspora che negli anni ha diviso gli ex di An. 
«Auspico che ci sia una grande ricomposizione del centrodestra attraverso il Pdl mettendo insieme tutti quelli che si sentono alternativi alla sinistra» azzarda il sindaco di Roma Alemanno che oggi ha avuto accanto a sè Fini per una visita ai cantieri della linea B1 della metro di Roma. «Il presidente della Camera Gianfranco Fini ci ha fatto un grande onore ad essere qui oggi – ha aggiunto – perché la metropolitana è un’opera pubblica non soltanto romana ma di grandissimo rilievo nazionale».
Il leader di Fli tace ma sorride divertito quando un simpatizzante vedendoli insieme ci prova: «A presidè, ve posso rivedè insieme..?». Il momento ancora non è arrivato, almeno a giudicare dal titolo che il Futurista dedica alla cronaca dell’incontro («Ora Alemanno sogna di resuscitare il morto»), ma un’intervista di Fini al Gr Parlamento testimonia comunque di un clima nuovo. 
In effetti, concorda Fini, «non ha molto senso continuare a rivangare il passato e addossare l’uno all’altro delle responsabilità», ed è arrivato invece il momento « di guardare tutti avanti, non con il torcicollo all’indietro». Certo, Fini chiarisce di non amare quegli italiani della «venticinquesima ora» quelli che solo adesso gli dicono “avevi ragione tu”. «Apprezzo di più quelli che ti danno ragione nei momenti difficili. E credo che Berlusconi la pensi come me», dice Fini che senza finzioni giudica «responsabile» il videomessaggio trasmetto dal premier. «Capisco la sua amarezza. Ma se avesse voluto assecondare certe pulsioni che pure esistono nel suo partito, non avrebbe detto che è il momento di mettersi alle spalle le divisioni». 
Ora, spiega ancora Fini, si apre la prospettiva di un governo Monti: «Potrà contribuire ad archiviare il bipolarismo muscolare per aprire un confronto tra le forze politiche senza profonde divisioni. Da oggi in poi i tre poli dovranno evidenziare soprattutto ciò che unisce». Insomma: «Se si va a una disgregazione e riaggregazione» senza più, ad esempio, un Berlusconi centrale nel quadro del centrodestra, «per quale motivo continuare a pensare che il Terzo Polo debba continuare ad essere il terzo?».
«È ovvio che ci siano perplessità comprensibili. Sicuramente quello del governo tecnico è una medicina amara. Siamo però tutti d’accordo che sia una necessità per il paese», ha sottolineato Alemanno. Quale Paese? Gli Usa, l’Inghilterra, Israele? «Personalmente – ha proseguito – mi auguro che questo governo prenda vita al più presto, un governo tecnico ma con un forte appoggio parlamentare perché i problemi sono tanti. Voglio però sottolineare – ha aggiunto Alemanno – che nel paese c’è bisogno di un clima nuovo, affinché si superino contrapposizioni sterili, faziosità. Questo governo rappresenta indubbiamente un cambio di passo complessivo nel nostro paese».
Ecco, bravi, createvelo il clima nuovo alla corte della Goldman Sachs.
 

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