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Addio a Giano

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Una folla imponente ha salutato romanamente il feretro dell’ultima recluta della Rsi

 

 

 

 

Si sono svolti ieri nella chiesa di Santa Maria della Consolazione i funerali di Giano Accame. Alla cerimonia, officiata da padre Alberto Beltrando, hanno partecipato il sindaco Gianni Alemanno e numerosi fra parlamentari e amici dell’intellettuale simbolo della destra del dopoguerra, che si sono stretti attorno ai figli Nicolò, Barbara, Zizi e alla vedova Rita Delcroix. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato una corona di fiori. Alemanno ha ricordato la capacità di Accame di «individuare percorsi e prospettive nuove per quella generazione di destra che negli anni ’80 lui invitava a uscire dalla logica puramente comunitaria forse priva di contatti con la nazione» e raccontato il suo primo incontro con Accame, nel marzo 1981 in occasione di un convegno della Nuova destra sottolineando quanto l’economista Giano Accame amasse citare una poesia di Ezra Pound contro l’usura; un tema, ha detto Alemanno, «così attuale in questi tempi di crisi». Ha poi concluso in latino «ubi est mors victoria tua?», ossia «dov’è la tua vittoria, o morte?», affermando tra gli applausi: «Giano Accame ha vinto ancora una volta».
In chiesa c’erano tra gli altri il ministro Giorgia Meloni il sottosegretario Adolfo Urso il leader e il presidente de La Destra Francesco Storace e Teodoro Buontempo, i parlamentari Marco Marsilio, Fabio Rampelli, Roberta Angelilli, Domenico Gramazio, Vincenzo Piso, Marcello De Angelis, Andrea Augello e Giuseppe Ciarrapico. C’erano anche Guido Paglia, Marcello Veneziani, l’assessore alla Cultura Umberto Croppi e l’ex assessore, il democratico Gianni Borgna con il quale Giano Accame aveva collaborato alla realizzazione di diverse manifestazioni culturali. All’uscita il feretro, avvolto nella bandiera della Rsi, è stato salutato dall’inno di Mameli e da un picchetto di camerati che hanno scandito il nome di Giano esclamando «Presente!», con il saluto romano.

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