Il governatore dello sport mondiale, un franchista mai pentito
L’ex presidente del Cio Juan Antonio Samaranch, è morto. Samaranch aveva 89 anni. La notizia è stata data da alcuni media spagnoli.
”Il Comitato olimpico internazionale è profondamente rattristato per la morte di Juan Antonio Samaranch”, è scritto in una nota del Cio. Samaranch era stato ricoverato in ospedale a Barcellona domenica per problemi cardiaci acuti. E’ morto alle 13.25 di ieri per insufficienza cardio-respiratoria.
PETRUCCI, LUTTO PER SPORT MONDIALE – ”E’ un giorno di lutto per lo sport mondiale. La scomparsa di Samaranch rappresenta una grave perdita per il mondo olimpico, perché lui è stato il vero protagonista del risanamento finanziario del Cio e del rilancio dei Giochi Olimpici come evento universale”. Il presidente del Coni Gianni Petrucci commenta così la notizia della scomparsa dell’ex presidente del Cio, l’uomo che governò lo sport mondiale per 20 anni. ”Di lui ricorderò sempre il meraviglioso intuito e la sua innata capacità manageriale – dice ancora Petrucci – che gli hanno consentito di diventare uno dei più grandi dirigenti della storia dello sport di tutti i tempi.
A nome mio personale e del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, in questo momento di profondo dolore, sono vicino al figlio Juan Antonio junior, esprimendogli i più sinceri sentimenti di cordoglio dell’intero sport italiano”. Secondo il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi, che è anche segretario dell’associazione dei Comitati Olimpici Europei, ”Samaranch è stato per tutti noi dirigenti sportivi una sorta di padre putativo, un punto di riferimento continuo e costante per chiunque appartenesse al mondo olimpico. Nei suoi 20 anni di presidenza ha saputo imprimere una svolta decisiva e determinante al Cio, ai Giochi Olimpici, modernizzando un movimento che stava per entrare in crisi tra boicottaggi e veti incrociati”. Ma non bisogna neanche dimenticare che Samaranch – sottolinea Pagnozzi – ”è stato poi un grande sostenitore, insieme ad Onesti, della nascita dell’Associazione dei Comitati Olimpici Europei, al quale non ha fatto mai mancare il suo apporto in termini di consigli e di idee. Lo sport piange uno dei suoi più grandi campioni di diplomazia”.