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Addio grande illusione

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Si è spento Virgilio Savona, il terzo a mancare di quel Quartetto Cetra che ci aveva regalato un’Italia ironica, squisita e garbata

      E’ morto l’altro ieri sera a Milano Virgilio Savona, uno dei componenti del celebre Quartetto Cetra. Nato il 1 gennaio 1920 a Palermo, fu musicista e autore del popolare quartetto che negli anni ’50 e ’60 sfornò oltre mille canzoni, tra le più celebri “Aveva un bavero” e “Nella vecchia fattoria”. Savona si è spento all’ospedale San Giuseppe di Milano dove era stato ricoverato, malato di Parkinson, per complicazioni dovute anche all’età. Accanto a lui fino all’ultimo la moglie Lucia Mannucci, ora unica componente del quartetto ancora in vita.
Il Club Tenco, con cui l’artista aveva un rapporto molto stretto, ha salutato Savona come un grande protagonista della musica e della cultura italiane. Nel 1994 il Club gli assegnò il proprio massimo riconoscimento, ovvero il Premio Tenco (come operatore culturale). La sua figura era talmente complessa e variegata che nel 2004 gli fu dedicata l’intera “Rassegna della canzone d’autore”: tutti gli artisti partecipanti eseguirono sue canzoni e ne fu tratto un disco, significativamente intitolato Seguendo Virgilio, mentre i vari aspetti della sua attività furono oggetto di un convegno di due giorni, dal quale venne ricavato un libro con lo stesso titolo.
Savona rivoluziona la canzone italiana fin dagli anni ’40, con l’uso dello swing e dell’ironia. Compositore raffinato e brillante tanto per piglio ritmico quanto per felice vena melodica, realizza come autore e come interprete una sterminata produzione discografica, innalza la canzone per l’infanzia a vette di intelligenza mai sperimentate prima, porta alle massime conseguenze lo strumento della parodia, è protagonista di una televisione di qualità, oggi impensabile.

Da metà anni ’60 la sua produzione comincia a includere canzoni di più forte impegno civile, e nel 1969, lavorando anche al di fuori del Quartetto Cetra, una svolta netta lo proietta tra i protagonisti della nostra “canzone d’autore”: scrive, canta o produce dischi molto polemici nei confronti della società contemporanea, soprattutto in chiave pacifista; dirige in questo senso la storica collana I Dischi dello Zodiaco; adatta e musica testi di autori latini affidandoli a Giorgio Gaber col titolo “Sexus et politica” del 1970; pubblica, per lo più con Michele L.Straniero, una quindicina di volumi intorno ai patrimoni della tradizione popolare.
“Virgilio Savona – conclude il Club Tenco – non ha tralasciato niente nel suo cammino, dalla più immediata canzonetta divertente all’estrema invettiva politica, dallo scherzo autoironico al cabaret intellettuale, dal jazz al folk. Nelle sue canzoni sono custodite le nostre memorie, il nostro costume, i nostri modelli culturali, tracce di letteratura, cinema, televisione, sport. Mezzo secolo di musica è passata attraverso di lui. La cultura italiana non potrà mai dimenticarlo”.

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