Chavez rieletto nel nome delle nazionalizzazioni
Con un 54% di voti Hugo Chavez porta a casa il terzo mandato da presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, sconfiggendo così il candidato delle opposizioni Henrique Capriles (45%) e i gruppi di influenza occidentali che oggi non possono far altro che sospirare e accettare che il Venezuela è ancora dei Venezuelani, per almeno altri sei anni.
Il sogno Bolivariano, il progetto di un grande Venezuela in un grande Sud America, continua, si prosegue dunque con la progressiva nazionalizzazione delle risorse fondamentali e strategiche, risorse che hanno permesso il finanziamento di tutti i programmi sociali, dalla costruzione di alloggi popolari alla modernizzazione delle infrastrutture.
Lo stesso Chavez è il fautore del Socialismo del XXI secolo, un socialismo che è bene dirlo, tra il populismo e l’epica Bolivariana è riuscito a sintetizzare la questione nazionale con la riappropriazione della Sovranità e la questione sociale, non attraverso la lotta di classe, ma attraverso una lotta nazionale, unendo forze agricole, produttive, militari e politiche, dignificando dunque la figura del cittadino che è allo stesso tempo milizia del proprio Stato, il moderno cittadino della polis e oplon dell’esercito.
Interessante ed entusiasmante è anche il ruolo che Hugo Chavez (e il Venezuela) ha nello scacchiere internazionale, difensore strenuo degli stati Sovrani, amico (e alleato) di Assad, Ahmadinejad e Putin, leader e paciere di un moderno Sudamerica in fase di sganciamento dal vecchio padrone, figura di riferimento per i paesi emergenti tanto da renderlo ormai un mito vivente, è forse oggi la maggior fonte di preoccupazione per le amministrazioni americane, che proprio dopo aver perso forse irrimediabilmente il giardino di casa hanno intensificato gli interessi nel Medio Oriente.
Chiudiamo con un augurio e una promessa.
Adelante Presidente!