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Alti e bassi

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della bilancia commerciale

La bilancia commerciale italiana ha registrato un saldo positivo a giugno 2023: è pari a +7.718 milioni di euro (era -2.512 milioni a giugno 2022).
Secondo i dati Istat, il deficit energetico (-3.888 milioni) è in forte riduzione rispetto all’anno precedente (-9.335 milioni), mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 6.823 milioni di giugno 2022 a 11.606 milioni di giugno 2023.  Nel mese di giugno 2023 i prezzi all’importazione diminuiscono dello 0,5% su base mensile e del 9,8% su base annua (da -7,8% di maggio).
E il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso commenta così su Twitter gli ultimi dati Istat: “Si rafforza il nostro Made in Italy nel mondo. L’export italiano segna un +0,4% nel mese di giugno, con un saldo commerciale positivo per 18,3 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno: nello stesso periodo del 2022 il saldo commerciale era risultato negativo, -15 miliardi di euro. Smentiti dunque i profeti di sventura: l’Italia cresce, più degli altri Paesi europei. E sta crescendo nei mercati migliori”.

A giugno export a +0,4%, ma sul trimestre è in calo (-3,2%)
A giugno 2023 si stima un moderato incremento congiunturale dell’export (+0,4%) e un calo delle importazioni (-3,3%). La crescita dell’export è contenuta verso entrambe le aree, Ue (+0,5%) ed extra Ue (+0,3%). Secondo l’Istat nel secondo trimestre 2023, rispetto al precedente, l’export cala del 3,2%, l’import del 3,5%. Nel primo semestre 2023, le esportazioni registrano una crescita tendenziale del 4,1%, cui contribuisce in particolare l’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (+12,3%), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (+14,8%), autoveicoli (+26,0%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+8,6%).
A giugno 2023, l’export aumenta su base annua dell’1,0% in termini monetari (era +1,0% anche a maggio), mentre si contrae in volume (-1,1%). La crescita dell’export in valore è sintesi di un aumento per i mercati extra Ue (+2,8%) e di una riduzione per l’area Ue (-0,6%). L’import registra una flessione tendenziale del 16,9% in valore, determinata dalla marcata contrazione degli acquisti dall’area extra Ue (-40,9%), mentre crescono quelli dall’area Ue (+7,2%); in volume, la riduzione è molto più contenuta (-8,3%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: macchinari e apparecchi
non classificati altrove (n.c.a.) (+12,4%), autoveicoli (+43,0%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+18,8%) e articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+27,3%). Diminuiscono su base annua le esportazioni di prodotti della raffinazione (-42,6%), metalli e prodotti in metallo (-11,6%) e prodotti chimici (-13,6%).   
Su base annua, i paesi che forniscono i maggiori contributi alla crescita dell’export nazionale sono: Stati Uniti (+6,9%), Francia (+5,8%) e Svizzera (+9,7%). Si riducono le esportazioni verso Belgio (-25,6%), Turchia (-18,4%) e, in misura minore, verso Cina (-6,7%) e Germania (-1,1%).

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