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Anche nei simboli

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L’antifascismo della casta è totale e assoluto

Appena insediatosi a Palazzo Chigi il neo-ministro degli Affari europei Enzo Moavero ha chiesto di rimuovere una scrivania. Secondo la leggenda apparteneva a Mussolini. Ma l’ultimo ad utilizzarla era stato l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti. Che ne aveva fatto un motivo di scherzoso vanto. Moavero non sembra avere la stessa voglia di scherzare con i residuati del ventennio, e ha quindi dato l’ordine di sgombrare la stanza: «Ma è soltanto per motivi di spazio», ha spiegato, smentendo le voci che spiegavano la decisione con una scelta «antifascista».
L’INDIGNAZIONE DI STORACE – Intanto però la voce si è diffusa, suscitando l’irritazione di chi apprezza certi cimeli, e la gioia di chi invece li disprezza. «Confesso che non conoscevo Enzo Moavero Milanesi – afferma ad esempio Francesco Storace, leader de La Destra sul suo blog -. Costui ha pensato di passare alla storia ordinando di cambiare la scrivania ministeriale perché quella che ha trovato – si dice – sarebbe appartenuta a Benito Mussolini: Sono antifascista io, ha ululato gonfiando il petto. Giammai quel tipo di arredamento, avrà aggiunto. Ecco, vorrei poter dire che gente così non fa onore allo Stato che ha giurato di servire. E farebbe bene il presidente Monti a disfarsi di un personaggio di tal fatta».
«Se questo è il buongiorno del ministro Moavero- aggiunge Domenico Gramazio, senatore del Pdl – è senza dubbio il saluto di chi non ricorda la storia d’Italia o la vuole cancellare dagli annali. Ed a poco varrebbe qualsiasi giustificazione».
LA SODDISFAZIONE DELLA SINISTRA – «La scelta di Enzo Moavero è una scelta di igiene politica». Dice invece Alessandro Pignatiello, della segreteria nazionale del Pdci. «Che settori della destra, parlamentari ed extraparlamentari, ma tutti interni alla coalizione di Berlusconi e Alfano, rivendichino con orgoglio le gesta compiute da quella scrivania da Mussolini la dice lunga sul grado di democrazia della destra italica».
L’antifascismo della casta è totale, un esempio per tutti: riportano la pensione a 65 anni, alla soglia alla quale era fissata prima del fascismo.
Con la politica sfascista e antisociale che stanno facendo stare seduti a quella scrivania sarebbe stata una vera bestemmia.

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