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Anche quest’anno non cambierà niente

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Nemmeno se la destra vincesse in Emilia-Romagna

 

Come spesso accade, per molti italiani l’inizio di un nuovo anno è pieno di aspettative e speranze nel cambiamento,a breve e a lungo termine. Lo si può dedurre anche semplicemente navigando su qualsiasi social network, ormai divenuti strumento predominante per ogni tipo di propaganda politica e non solo.
Il 2020 ,infatti,sarà un anno pieno di appuntamenti elettorali che vedranno il rinnovo di importanti presidenti e consigli regionali a cominciare da quelli dell’Emilia Romagna domenica prossima. Personalmente dubito che ciò possa contribuire al cambiamento tanto auspicato dai più, viste le premesse dialettiche dei contendenti, tutte incentrate su slogan di basso livello politico e spesso basate sull’offesa reciproca, inoltre nessuno sembra affrontare in maniera seria, almeno nelle premesse politiche, i gravi problemi in cui l’Italia si trova, tra l’altro molto ben descritti in un articolo di Gabriele Adinolfi sul blog articolo21, dal titolo “qui va tutto a rotoli…”.
Lasciando da parte i teorici del complottismo, sul piano reale rimane in Italia, da una parte, un potere politico forte non tangibile per i più e sempre arroccato in difesa dei privilegi conquistati con politiche di matrice trotskysta, sempre più padrone dell’informazione radiotelevisiva, sempre più capace di reazioni trasversali, con l’uso di un potere giudiziario ormai assoldato totalmente al deepstate, e, dall’altra. una popolazione italiana ormai massificata che ragiona solo in termini egoistici, al massimo di egoismi corporativi e non comunque in termini di Identità Di Popolo.
Stando così le cose mi chiedo che cambiamento potrà mai produrre una tornata elettorale se non un riassestamento di quel deep state che dal 1945 in poi domina in Italia. Un potere di matrice massonico-sionista molto ben radicato nei sistemi produttivi e culturali italiani,che si nasconde da decine di anni dietro una Costituzione (mai veramente e interamente applicata) quotidianamente dismessa a seconda degli interessi del momento.
Il voto del 26 gennaio, tanto atteso, tanto sofferto dai suoi protagonisti porterà al riassestamento, in termini di un ricambio, di quei famosi poteri forti magari elargendo, a seguito della tanto attesa vittoria salviniana, qualche  manciata di euro in busta paga sottoforma di riduzione  della tassazione.
Nel frattempo la massa del popolo italiano continuerà ad essere relegata a semplice comparsa, sentendosi protagonista di un voto che invece di liberare non farà altro che riconfermare quella catena che dal 1945 ci lega al padrone angloamericano e magari portando alla luce il progetto di fare del paese italia un territorio senza più né confini né identità culturali ma un paese di soli lavoratori-consumatori.
La diserzione delle urne elettorali potrebbe essere un buon inizio per un risveglio, non dico dell’identità culturale nazionale, ma almeno di un iniziale risveglio “critico” delle coscienze che apparentemente sembra esserci nel dna italiano ,ma finché non si capirà che le politiche sovraniste, abbracciate da certi movimenti politici della nostra area di pensiero, non sono null’altro che l’avanguardia (mascherata) dell’élite del capitalismo nostrano che ormai si sente strozzato dal fratello maggiore: il capitalismo globalista che vuole il mondo come unico grande mercato .
Credo che nel 2020 nulla cambierà in Italia ,semplicemente perché non ci è concesso.
Quando apparirà un’avanguardia vera ,capace di poter guidare con giustizia, onore, onestà il popolo italiano? Mai.
Finché staremo a vegetare in gruppetti pizzettari, in gruppuscoli amicali nostalgici o, peggio, in movimenti politici agonizzanti che hanno perso il comune sentire e forse i fondamentali della nostra Visione del Mondo.
Non faccio morali, né mi permetterei mai ,ma auspico una sorta di casa comune dove ognuno ritrovi quello spirito combattente aristocratico, unitario, volto alla costruzione di una grande forza anche politica, veramente capace di entrare nel tessuto sociale attuale, permearlo, modificarlo ,storicizzarlo,
capace di restituire quella Spiritualità perduta,offuscata, semplicemente con l’Esempio del fare.
Concludo con una frase che vuol essere solo un auspicio.
“C’è sempre modo di infrangere le resistenze, qualora vi sia la volontà dello scopo” (J. G.)

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