Altre mamme
Un’influencer australiana è stata arrestata con l’accusa di aver avvelenato la propria bimba di un anno per sollecitare donazioni e aumentare i follower online.
La donna del Queensland ha affermato che stava raccontando sui social la battaglia di sua figlia contro una malattia terminale, ma gli investigatori sostengono che stesse drogando la bambina di un anno per poi filmarla e pubblicare i video della sua sofferenza con “immensa angoscia e dolore”.
Farmaci trovati e somministrati alla piccola senza prescrizione né necessità
A rivelare la terribile vicenda sono stati gli agenti della polizia del Queensland che hanno raccontato come questa influencer di 34 anni, originaria della Sunshine Coast, abbia somministrato alla bambina, per mesi diversi, farmaci scaduti, trovati in casa, pur di dimostrare la propria storia sul web e spillare soldi, muovendo a compassione i suoi follower.
Il caso è scoppiato il 15 ottobre, dopo che la piccola, proprio a causa dell’assunzione dei medicinali, è stata ricoverata in ospedale in gravi condizioni, presentando “gravi danni emotivi e fisici”, e – già dai primi esami – è subito emersa la presenza di alcune sostante chimiche nel sangue.
I capi d’imputazione
Dopo mesi di indagini, la donna è stata accusata di tortura, somministrazione di veleno, realizzazione di materiale per sfruttamento minorile e frode.
“…(Non ci sono) parole per descrivere quanto siano ripugnanti reati di questa natura”, ha detto giovedì, ai giornalisti, Paul Dalton, l’ispettore della polizia del Queensland, che ha aggiunto: “Faremo tutto il possibile per togliere la piccola alla madre e assicurare quest’ultima ad una giustizia severa”.
I video pubblicati sui social
Nonostante i medici abbiano immediatamente allertato la polizia, la donna aveva già potuto filmare lo stato di sofferenza della bimba, e quindi ha pubblicato anche il video del ricovero. “Questo contenuto, come i precedenti – ha raccontato un portavoce della polizia – serviva sempre allo stesso scopo: quello di spillare i soldi dai suoi follower”.
La somma raccolta
La donna avrebbe raccolto dai suoi follower circa 60.000 dollari australiani (poco più di 36mila euro)attraverso le donazioni su “GoFundMe”, e ora il sito sta tentando di rimborsarli.
La polizia ha anche indagato su altre persone per i presunti abusi, ma non sono emerse prove per accusare qualcun altro.