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Arriva Bush, la sinistra fibrilla

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Il viaggio a Roma del presidente americano il 4 giugno divide le due anime di una sinistra in crisi. C’è chi vuole partecipare alle cerimonie e chi vuole contestare.

ROMA Arriva George Bush e l’opposizione fibrilla. Il presidente americano è atteso in Italia per il 4 giugno e con un mese di anticipo Listone e partiti anti-Listone già si dividono. «Se il governo organizzerà un appuntamento istituzionale, noi ne prenderemo atto e ci saremo», ha annunciato Francesco Rutelli. «E noi invece chiamiamo il popolo della pace a scendere in piazza», annunciano dalle parti del Pdci, ma intendimenti simili nutrono Verdi, Rifondazione, Occhetto-Di Pietro.
Della questione si è discusso a lungo durante l’ultima riunione di vertice della Lista Prodi proprio l’altro giorno, e tra le cautele del caso, non nascondendosi difficoltà e rischi, tuttavia i capi del Listone hanno convenuto che sulla visita di Bush non si può seguire la linea del ”né aderire né sabotare”, non si può adottare l’atteggiamento protestatario, ma si deve partecipare. «Dobbiamo evitare le strumentalizzazioni anti-Usa ma anche quelle del governo», ha richiamato uno. «Bisogna chiedere al governo un impegno perché la visita sia un avvenimento istituzionale, si commemori anche la Liberazione, la lotta antifascista fatta con il concorso di tutti», ha argomentato un altro. Le conclusioni cui si è giunti sono due: i leader del Listone parteciperanno alle cerimonie cui saranno invitati, o di palazzo Chigi o dell’ambasciata Usa; nello stesso tempo, il Listone sta pensando di organizzare un’iniziativa, forse un convegno, che preceda la visita del 4 giugno e che serva a far capire l’impostazione ulivista in materia. Spiega Ugo Intini dello Sdi: «Dobbiamo far capire e ribadire il concetto che si può e si deve essere alleati degli Usa senza per questo allinearsi a tutte le loro scelte, il rapporto va rinegoziato sempre». Ma a quali cerimonie potranno presenziare i leader della Lista? L’agenda di Bush è ancora top secret, sia perché manca quasi un mese, sia per ovvi motivi di sicurezza, «non sappiamo neanche dove andrà a mangiare», confessano a palazzo Chigi. Si parla di visite ad Anzio e a Cassino, ma non si sa ancora bene quando e come. La presenza di Rutelli e Fassino è allo stato un desiderata, così come quella di Romano Prodi che verrebbe invitato come presidente Ue e in questa veste parteciperebbe. Walter Veltroni, nel frattempo, ha già fatto spostare appuntamenti e concerti previsti per il 4 giugno (liberazione di Roma) alla domenica 6.
Ma è già in agitazione il fronte pacifista. Oliviero Diliberto, leader del Pdci, chiama a raccolta «il popolo della pace per una grande mobilitazione contro Bush le cui mani grondano sangue», e al Listone manda a dire: «Questo non è il momento dell’unità nazionale, ma di aumentare l’offensiva contro il governo». Il verde Paolo Cento non è da meno: «Il tormentone ormai non è più la mozione sull’Iraq, ma che cosa succederà il 4 giugno. Noi saremo in piazza contro Bush, il Listone parteciperà alle cerimonie».

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