domenica 1 Settembre 2024

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Vita e morte si sono incrociate nel Canale di Sicilia, in questo fine settimana di salvataggi di migranti, uno dei più difficili e «affollati» da oltre un anno, da quando la «dottrina Minniti» e gli accordi in Libia hanno rallentato i flussi. La vita di Miracle, un bimbo di 2 chili e 850 grammi, nato ieri pomeriggio sulla nave Aquarius di Sos Mediterranee grazie al team sanitario di bordo di Medici senza Frontiere e sbarcato stamattina con la mamma e altre 68 persone nel porto di Catania; la morte di un giovane eritreo di una ventina d’anni, che si è spento per gli stenti su uno dei gommoni partiti dalla Libia in questi giorni carichi di migranti e portato sulla nave Diciotti della Guardia costiera che lo ha sbarcato ieri ad Augusta assieme ad altre 721 persone. 
Dai racconti dei migranti, consegnati ai volontari delle Ong e agli operatori dell’Unhcr, emergono ancora violenze, stupri e lunghe detenzioni in Libia; molti hanno ferite alle gambe e sono denutriti. Anche la neomamma della Aquarius ha raccontato di essere rimasta per mesi con il compagno in un centro di detenzione libico, da dove è scappata con altri migranti all’inizio dell’anno. 
In mezzo a questi due avvenimenti estremi, una nascita e una morte, nelle stesse ore si sono registrati una decina di interventi al largo della Libia da parte di navi della Marina italiana, della Guardia costiera, del dispositivo Frontex e dell’operazione Eunavformed e, ovviamente, delle Ong. Recuperati al largo della Libia tra venerdì e ieri oltre millecinquecento migranti, quasi mai stavolta in situazione di pericolo ma in qualche caso con momenti di tensione con la Guardia costiera libica, intervenuta in alcuni episodi ma lasciando infine alle navi delle Ong le operazioni di recupero. 
Nelle prossime ore sono attese in arrivo in Sicilia diverse navi: la Sea Watch 3 della omonima Ong tedesca porterà a Messina 452 migranti recuperati venerdì in tre distinte operazioni; la nave militare spagnola Numancia, dell’operazione Eunavformed, porterà a Palermo 599 migranti, anche in questo caso recuperati in più interventi: uno con 158 persone fatto dalla stessa nave, un altro con 149 da nave Carabiniere della Marina italiana, un terzo e un quarto dalla nave francese Le Henaff con complessivamente 292 migranti; a Messina è attesa la nave Protector di Frontez con 16 migranti. La Seefuchs della Ong Sea-Eye, che ha preso a bordo 130 persone, in queste ore è stata impegnata in un altro salvataggio. 
Nelle acque internazionali davanti alla Libia in questo momento, a parte la Seefuchs ormai al limite della capienza, non ci sono altre navi delle Ong e dalla Aquarius, che dopo aver sbarcato i 70 migranti a Catania già nel pomeriggio riprenderà la rotta per la «zona Sar», parte una critica verso le autorità italiane ed europee perchè, con sole 69 persone a bordo che le erano state consegnate da nave San Giusto che le aveva recuperate, le è stato ordinato di fare rotta verso il porto sicuro nonostante la capienza della Aquarius sia molto più ampia: «Negli ultimi due giorni oltre 1500 persone hanno tentato la pericolosa traversata per fuggire da violenze e estorsioni in Libia. Questo mostra, una volta ancora, che la presenza di mezzi ben equipaggiati dedicati alla ricerca e al soccorso in mare è assolutamente necessaria se vogliamo impedire altre morti nel Mediterraneo – ha detto Sophie Beau, cofondatrice e vicepresidente di Sos Mediterranee -. Ogni singolo mezzo di soccorso è necessario. Meno navi di soccorso equivale a mettere a rischio la vita di persone già vulnerabili. Ci appelliamo alle autorità europee affinché diano priorità alla tutela delle vite umane prima di ogni considerazione politica».

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