giovedì 26 Dicembre 2024

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In tempo di crisi, la soluzione più forte proposta dallo Stato è: gioca!

 

MILANO – Cinquantatré miliardi di euro. È questa, secondo le stime di Agipronews, la cifra che l’industria del gioco avrà raccolto entro la fine dell’anno. Perché Superenalotto, scommesse sportive, Gratta e Vinci, Lotto, non conoscono crisi. Anzi, la crisi sembra far bene a questo settore che nei primi dieci mesi dell’anno, come si legge dal sito dei Monopoli di Stato, ha raccolto un gruzzolo ancora più alto del 2008 (+13,1%). E ad aumentare la platea dei giocatori, arrivata ormai secondo il Censis a quota 30 milioni di italiani, non sono mancate nuove proposte. Come quella della Sisal, «Win for life», che promette di sistemare la vita con una rendita ventennale. Guadagnare senza lavorare. Un’idea che è piaciuta così tanto che in poco più di due mesi ha raccolto ben 350 milioni di euro. E lo Stato ringrazia. Basti pensare che nel 2009 il governo incasserà dai giochi (le stime parlano di nove miliardi di euro) più o meno una cifra pari al valore della Finanziaria 2010 (8,9 miliardi). Ma quant’è facile/difficile vincere? Il banco (lo Stato) è sempre avvantaggiato? Oppure no? Il gioco con il «pay out» tra i più bassi in assoluto è in realtà quello che «tira» di più. Con il Superenalotto (+44,2% nei primi dieci mesi dell’anno) infatti abbiamo solo una probabilità su 622 milioni di incassare il jackpot. Intascare gli oltre 98 milioni di questi giorni, non è affatto cosa semplice anche se il caso di Bagnone e dei 147 milioni di euro dell’estate scorsa, dimostra che nulla è impossibile.

SOLO IL 34,6% TORNA AI GIOCATORI – Quel che è certo è che con il Superenalotto solo il 34,6% della raccolta torna ai giocatori in termine di vincite. Fatta 100 la raccolta, il 65,4% va alla filiera del gioco, che si divide tra ricevitorie (in media l’8%), concessionario (tra il 2 e il 10% a seconda dei casi) e il governo, che quindi incassa la fetta di torta più grande. Con il Lotto le possibilità di vincita salgono ma non di molto. In questo caso il «pay out» è variabile, ma la media dei primi dieci mesi dell’anno si ferma al 56%, che arriva al 70% nel nuovo 10eLotto. Idem per i concorsi pronostici (50% per Totocalcio, Totogol e Totomatch) e per il nuovissimo «Win for life», come riportato anche da Milano Finanza. Il 65% della raccolta del «Vinci per la vita» torna sì in tasca ai giocatori, ma l’importo riconosciuto, in relazione alle probabilità di vincita, risulta più basso del dovuto e soprattutto è diluito nel tempo. Va molto meglio per il Gratta e Vinci: in questo caso si calcola una vittoria ogni quattro giocate circa. Tant’è che il banco riesce a tenere appena il 27% della raccolta. Tutto il resto viene distribuito per le vincite. E in alcuni casi, come nell’ultimo biglietto lanciato per Natale, il «pay out» può arrivare anche all’80%. Stessa percentuale per gli skill games (i giochi a distanza) e il poker online, dove la filiera del gioco si deve accontentare di «appena» del 20% della raccolta.

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