Home Alterview Avanti popolo

Avanti popolo

0

Come cogliere un’occasione unica

Con molta probabilità ci troviamo alla vigilia di un momento storico.
Lo strapotere della casta usuraia si accompagnerà con l’avvento di una divaricazione sociale impietosa, con una proletarizzazione generalizzata, con drammi, anzi tragedie economiche e sociali.
Il tutto senza che esistano guide politico-sindacali istituzionali in grado di offrire alcunché.
Ho già esposto ampiamente il mio pensiero sul da farsi.
Lo ricapitolo telegraficamente.

Due urgenze tre trasversalità
Prima urgenza: consolidare e selezionare ulteriormente l’avanguardia.
Seconda urgenza: organizzare autonomie socioeconomiche oltre che politiche e culturali.
Come? Creando (o sviluppando, o moltiplicando) iniziative economiche comunitarie, gruppi solidali d’acquisto, clubs inter/professionali, fino a produrre mezzi di scambio autonomi per circuiti locali. Producendo posti di lavoro, iniziative, e zone a bassa pressione fiscale; il tutto mentre l’economia istituzionalizzata procederà, invece, a strozzo.
Non è propriamente un’utopia: tenetelo a mente, vedrete che se ne parlerà e parecchio di qui a un anno e mezzo.
Rispondere alle due urgenze al tempo stesso a cosa porta? Ad una minoranza/avanguardia capace d’incidere davvero e, contemporaneamente, di offrire alla gente intorno, in numero sempre più ampio, possibilità concrete.
Ciò sghettizzerebbe del tutto l’avanguardia radicale facendone un’avanguardia riconosciuta di popolo.
E veniamo alle trasversalità.

Prima trasversalità: la destra nostalgica e tricolore (leggasi “unità d’area”)
Trattasi di un cul-de-sac, di un modello distorcente e deviante.
Son tornate le sirene della ritrovata Eldorado degli esibizionisti non-facenti-altro-che-slogan-sul-marciapiede, luogo reso più serio da antichi mestieri di donna. Agli slogan segue puntuale la questua di rimborsi elettorali; il tutto accompagnato da proclami  di autodefinito antagonismo, espressi con una seriosità solenne priva di ogni introspezione e di qualsiasi senso del reale e del ridicolo, ciò che li inchioda nel melange di grottesco e patetico con cui li liquidano repentinamente gli sguardi dei passanti distratti e  i sorrisi degli internauti che s’imbattono in loro.
Come gestirebbero i frutti, anche minimi, che dovessero cogliere dalla reazione all’assalto oligarchico si sa e riempie di tristezza, sia di per sé che per la propensione a distruggere, a minare, ogni potenzialità che disgraziatamente passasse per certe mani.
Con questi soggetti il rapporto dev’essere critico, drastico, ma comunque umanamente – e sottolineo umanamente – disponibile, in quanto antropologicamente molta gente affine ai fascisti (o che si ritiene fascista e magari di fatto anche lo è) si trova racchiusa in cotal recinti, ed altra più giovane ci finirà in futuro, a causa della permanente contraddizione simbolica ereditata da quasi sette decenni e mai realmente risolta.
Il rapporto dev’essere di apertura critica e di assoluta non-collaborazione politica. Almeno mai nella direzione loro.
Deve incentrarsi su forti motivi sentimentali condivisi e mobilitanti ma prendere le distanze dai surrogati politici in cui questo precipitato identitario langue, confuso in un pressapochismo oscillante tra forte dogmatismo e qualunquismo spicciolo, spesso prigioniero di una mentalità che sembra il mix di caricature clericali e staliniane. Un surrogato immancabilmente ostaggio, spaccone e inconsapevole, delle rezioni più sovversive come c’insegna sempre la storia, a meno di volerla leggere con i parametri di dogmi irreali che la mistificano..

Seconda trasversalità: la destra populista liberale e/o bottegaia
A differenza del primo, si tratta almeno di un elemento socialmente attivo, benché sbilanciato anch’esso verso posizioni eccessivamente reazionarie.
In quanto elemento dinamico, questo populismo va affiancato e con il massimo interesse, specie nelle battaglie contro la pressa tributaria, contro le regole liberticide, contro la concorrenza globalizzta, e in difesa dell’iniziativa libera, ma ciò va fatto con un rapporto chiaramente e dichiaratamente esterno.
Si tratta di tenere una relazione capovolta rispetto a quella con la cosiddetta “area”, ovvero fatta di saltuari e puntuali rapporti politici tenuti imperativamente nella separazione organizzativa e nell’inconfondibile distanza culturale ed antropologica.

Terza trasversalità: la sinistra populista
Nella sua eventuale composizione risiede la chiave di una possibilità autenticamente innovatrice.
Con questa sinistra il rapporto dovrà essere chiaro. Un rapporto di concorrenza sinergica, una competizione, ravvicinata o a distanza, nella ricerca di un comune obiettivo.
Perché di fronte alla dittatura di casta difficilmente si potrà operare con una lotta di classe che non sia insita e risolta (nel senso di assunta e condotta avanti insieme da tutte le categorie) in una lotta di popolo. E ciò comporterà mobilitazioni popolari da sinistra nazionale che non vanno sottovalutate e che possono e debbono essere indirizzate, nella riconquista sociale e nella riaffermazione strenua del lavoro, sulla traccia del sindacalismo rivoluzionario.

Uno  scenario rivoluzionato
Per approcciare questa sfida dei tempi innanzitutto si tengano bene a mente alcuni elementi essenziali.
Lo scenario politico è totalmente modificato. Non sarà con la delega né con il tifo elettorale che si farà fronte al disastro socioeconomico e alla schiavitù che ci vengono promessi e che ci verranno certamente mantenuti.
La ricomposizione e la neo-scomposizione sociale e politica hanno prodotto già da ora, e produrranno sempre di più, scissioni dal quadro abituale: sicché avremo amici e nemici a destra come amici e nemici a sinsitra. E già prendere atto di questa verità avrà un impatto rivoluzionario.
Dobbiamo capire che ci sono possibilità concrete che si produca una sintesi nuova, una sorta di sintesi “peronista” il cui colore e il cui spessore dipenderanno dall’azione delle singole avanguardie.
Le quali saranno chiamate a inventare in corsa  una buona parte dei modelli futuri.

Avanguardia
Per assumere il giusto ruolo, contrariamente alle tentazioni camaleontiche, sarà opportuno sottolineare e chiarire la propria identità; anche sbandierarla. E fare delle proprie esperienze storiche un tesoro cui attingere nell’attualizzazione.
Se si riesce a far fronte, e con questa mentalità, a queste due urgenze e a queste tre trasversalità, quello che ne conseguirà sarà straordinario.
Delle due urgenze s’è detto ed anche delle tre trasversalità, i cui anelli vanno attraversati dimostrandosi più autenticamente identitari delle destre terminali, più populisti delle destre popolari e più socialisti delle sinistre che si saranno rigenerate.
E se il confronto attivo in tutti e tre i campi lo si farà effettivamente da avanguardia  si potrà essere allora avanguardia di popolo, avanguardia di tutti.
Infine e finalmente.

 

Nessun commento

Exit mobile version