venerdì 19 Luglio 2024

Avevano un Ciampi in paradiso…

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Hanno rubato solo qualche miliardo, ora con la grazia di Ciampi potranno goderseli!

MILANO – Con loro furono condannati Bettino Craxi e altri 18, mentre i giudici della settima sezione del Tribunale di Milano, il 22 gennaio del 1999, assolsero, tra gli altri, l’ex segretario del Pri Giorgio la Malfa. Franco Viezzoli, 79 anni, ex rappresentante del Pci nel consiglio d’amministrazione dell’Enel, e Giovanni Battista Zorzoli, 72 anni, ex presidente dell’Ente, furono condannati rispettivamente a quattro anni e tre mesi e a quattro anni e sei mesi al termine del maxi-processo per le tangenti Enel e ora sono stati parzialmente graziati dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, con il parere favorevole del ministro della Giustizia, Roberto Castelli. La loro pena è scesa a tre anni e ora potranno chiedere l’affidamento ai servizi sociali anche se, a causa dell’età e delle cattive condizioni di salute, non si trovavano in carcere perché avevano ottenuto un differimento della pena. Il dibattimento che si concluse con la condanna di Viezzoli e Zorzoli fu uno degli ultimi grandi processi dell’era di Tangentopoli, iniziata sette anni prima, il 17 febbraio 1992, con l’arresto del presidente del Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa. Le indagini scaturirono dal ritrovamento di una specie di libro mastro trovato all’Emitm, una società del gruppo Aqua, sul quale erano riportate le somme da pagare per ottenere appalti dall’Enel. Così gli inquirenti milanesi scoprirono tangenti per diverse decine di miliardi di lire: per gli appalti dei lavori di desolforazione e denitrificazione; per la riconversione della centrale di Montalto di Castro; per le centrali di Brindisi e Gioia Tauro. Alla conclusione delle indagini gli indagati furono 200, tra politici e manager Eni, e la Procura chiese il rinvio a giudizio per 160 imputati. L’elenco si apriva con il nome dell’ex segretario del Pli, Renato Altissimo e si concludeva con quello di Viezzoli. Tra di loro anche Craxi, Cariglia, Citaristi, il gotha della Prima Repubblica, ma anche il compagno G, Primo Greganti. Il gip Cristina Mannocci, al termine dell’udienza preliminare, decise che dovevano essere processati in 74, mentre una quarantina di imputati scelse il patteggiamento e quattro di accedere al rito abbreviato. Viezzoli, disse nella sua requisitoria l’allora pm Paolo Ielo, era «il garante degli equilibri politici all’interno dell’ent», anche se non aveva mai preso soldi per sé. Un «ingranaggio del sistema». Poi vennero le condanne, confermate in appello e in Cassazione. Ora la grazia parziale, accolta senza particolare emozione dai due. Zorzoli: «Ringrazio il capo dello Stato e non aggiungo altro». Viezzoli ancor più laconico: «Grazie, non ho niente da dire. Sono in viaggio». Genovese, classe 1925, Franco Viezzoli ricopre i suoi primi incarichi negli anni 50 nella società di navigazione Italia del gruppo Iri-Finmare. Passato all’Iri sei anni dopo, raggiunge il grado di direttore centrale. Nel 1976 è nominato presidente e amministratore delegato di Finmeccanica e nel 1987 assume la carica di presidente dell’Enel. I guai giudiziari iniziano negli anni 90 con l’avvio delle inchieste di Mani pulite: nel 1994 viene arrestato nell’ambito dell’indagine sulla centrale Enel di Gioia Tauro. Gli vengono concessi gli arresti domiciliari. Nel ’95 viene accusato, insieme tra gli altri a Craxi ed Altissimo, di concorso in corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Nel gennaio del ’99 (sentenza confermata in appello nel 2000) viene condannato a 4 anni e 3 mesi insieme Giambattista Zorzoli. L’ex consigliere di amministrazione dell’ Enel (incarico ricoperto dall’87 al ’93) Giovanni Battista Zorzoli è nato a Vigevano nel 1932. È stato professore incaricato al Politecnico di Milano e ha lavorato al Cnr. Consigliere di amministrazione al Cnen, l’ ex comitato nazionale per l’ energia nucleare è poi passato all’Enea. La condanna arriva anche per lui all’inizio del ’99 (confermata in appello): 4 anni e 6 mesi.

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