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Azzardato ma contrattacca

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Berlusconi prepara l’espulsione di Fini e sfida il soviet dei magistrati

“Siamo in guerra civile”, ha detto il presidente del consiglio nel corso dell’ufficio di presidenza del Pdl in corso a Palazzo Grazioli, secondo quanto riferito da alcuni presenti. Da parte di alcuni magistrati, ha proseguito Berlusconi, c’è il tentativo di buttare giù il governo e la maggioranza eletta democraticamente dai cittadini. Il cavaliere ha citato i processi che lo vedono coinvolto a Milano, le indiscrezioni su presunte nuove azioni della magistratura, ma anche i casi di Nicola Cosentino e da ultimo di Renato Schifani. A proposito del sottosegretario all’economia, il premier si è addentrato nelle accuse mosse dai magistrati napoletani ed in particolare su una circostanza ha parlato di fatto paradossale.
L’Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà, al termine di una riunione nel corso della quale sono stati presi in esame tutti gli aspetti dell’attuale momento politico, ha poi approvato il seguente documento: “Anche il corso dell’attuale legislatura è stato turbato dall’azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità. Si tratta di una questione che è giunta ormai ad intaccare la natura stessa della democrazia, che si fonda cioè su un corretto e giusto equilibrio fra i diversi poteri e ordini dello Stato. Questo equilibrio, che le diverse tradizioni politiche che contribuirono a scrivere la nostra Carta Costituzionale avevano cercato di garantire e di preservare, è completamente saltato, soprattutto dopo le vicende giudiziarie che hanno travolto il sistema politico della cosiddetta Prima Repubblica. Cosicchè l’Italia è l’unico Paese in cui la magistratura ha finito per acquisire un peso così abnorme nella vita democratica e di converso il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità. Questo problema non riguarda una sola persona o un solo partito ma la natura stessa della democrazia e la capacità di chi è investito di una responsabilità politica di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti dell’intero Paese. Per questo il Popolo della Libertà si sente impegnato a sostenere con forza in Parlamento una riforma delle istituzioni che consenta una maggiore efficacia dell’azione dell’esecutivo, anche nell’ambito dell’elezione diretta del capo del governo e di un sistema di contrappesi fondati anche su un maggior potere di controllo e di indirizzo del Parlamento. Nel contempo il Popolo della Libertà ritiene urgente una riforma della giustizia che ridisegni i rapporti fra i diversi poteri e ordini dello Stato, nel segno dell’equilibrio e della reciproca autonomia e indipendenza. Nell’ambito di questa riforma complessiva della giustizia si pone anche l’opportunità di una legge che ponga un limite alla durata indefinita dei processi, che rappresenta di fatto in Italia una pena aggiuntiva, giustamente condannata dalla Corte europea dei diritti. Infine si è stabilito di riproporre in veste costituzionale il contenuto del Lodo Alfano”. L’Ufficio di Presidenza ha dato mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte riguardanti i candidati alle prossime elezioni regionali. Inoltre l’Ufficio di Presidenza ha dato incarico alla Consulta Riforme e problemi dello Stato di avviare “l’esame delle proposte relative alla questione della cittadinanza verificandone anche la sintonia con il programma di governo sottoposto agli elettori. Mentre ha ribadito che ogni ipotesi di voto ai non cittadini italiani è estranea al programma e alla linea politica del Popolo della Libertà”. L’Ufficio di Presidenza ha infine approvato l’avvenuto avvio della campagna tesseramento 2009-2010 e le relative iniziative che il Popolo della Libertà organizzerà nel fine settimana 12-13 dicembre in tutte le principali città italiane. “Tutti i punti del presente documento sono stati votati all’unanimità dai componenti dell’Ufficio di Presidenza”.

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