L’Iran in particolare è all’indice
L’ Unicef condanna “tutte le violenze contro i bambini e chiede di porre fine a tutte le forme di violenza e abuso che, secondo le notizie arrivate, hanno causato la morte di oltre 50 bambini e il ferimento di molti altri durante i disordini pubblici in Iran”.
E resta “inoltre profondamente preoccupato per le continue incursioni e perquisizioni condotte in alcune scuole.
Le scuole devono sempre essere luoghi sicuri per i bambini”. L’organizzazione fa sapere di aver “comunicato direttamente la propria preoccupazione alle autorità iraniane”.
L’agenzia delle Nazioni Unite ricorda che la Repubblica islamica dell’Iran, “è parte della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e ha l’obbligo di rispettare, proteggere e soddisfare i diritti dei bambini alla vita, alla privacy, alla libertà di pensiero e di riunione pacifica”. Di qui l’invito alle autorità “a rispettare il diritto di tutti i bambini a riunirsi pacificamente come garanzia fondamentale, indipendentemente da chi siano o da dove si trovino. Il superiore interesse dei bambini deve essere al centro dell’azione del governo, dando modo ai bambini di rivendicare in sicurezza i propri diritti in ogni circostanza. I bambini devono rimanere con le loro famiglie, comunità e scuole e non in luoghi che li privino della loro libertà”.
“Facciamo ancora una volta eco all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite alle forze di sicurezza di astenersi dall’uso della forza non necessaria o sproporzionata. I bambini e gli adolescenti devono essere protetti da ogni forma di danno che metta a rischio non solo le loro vite e la loro libertà, ma anche la loro salute mentale e fisica” afferma ancora l’Unicef, esprimendo il proprio più profondo cordoglio alle “troppe madri e padri” che hanno vissuto “la devastante perdita di un figlio a causa dei disordini”. Al lavoro da quasi settant’anni in Iran per sostenere i servizi essenziali per i bambini, di cui hanno beneficiato milioni di piccoli, l’Unicef dichiara il proprio impegno a continuare il suo lavoro con i ministeri tecnici e altri partner a fianco delle Agenzie delle Nazioni Unite “per sostenere la protezione e la realizzazione dei diritti di tutti i bambini e gli adolescenti in Iran.”
Ma intanto il governo iraniano annuncia che non coopererà con “la missione politicizzata del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani”. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran Nasser Kanani, facendo riferimento alla risoluzione adottata la scorsa settimana dal
Consiglio che chiede un’inchiesta indipendente sulla repressione delle proteste in corso da oltre due mesi nel Paese, dopo la morte il 16 settembre a Teheran di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata arrestata perché non portava il velo in modo corretto.
E inoltre il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore tedesco a Teheran, Hans-Udo Muzel, per contestare l’atteggiamento “interventista” e le “dichiarazioni prive di fondamento” espresse da Berlino per criticare la repressione delle proteste in corso nel Paese. La convocazione arriva dopo che la Germania aveva convocato la sessione speciale del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu della scorsa settimana,
dove è stata chiesta un’indagine indipendente sulla repressione delle dimostrazioni. Le autorità iraniane hanno comunicato all’ambasciatore tedesco che la risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu è una “mossa sbagliata che si basa su un approccio puramente politico
e strumentale”, ribadendo che non coopereranno all’inchiesta.