lunedì 1 Luglio 2024

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Gianfranco Fini ci mostra i simboli del futuro che vorrebbe fare

“Commemorare gli eroici combattenti del 14 novembre del 1944 quando, in piazza dell’Unità, 19 partigiani opposero una strenua resistenza ai rastrellamenti e alle violenze delle truppe nazifasciste, rappresenta un dovere delle istituzioni che hanno il compito di trasmettere alle nuove generazioni i principi della nostra democrazia”. E’ un passo del messaggio che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato al presidente dell’Anpi della Bolognina e segretario del locale comitato unitario e antifascista, Armando Sarti, nel 66/o anniversario della battaglia partigiana avvenuta nel 1944 nel capoluogo emiliano.
“Per evitare che l’orrore della dittatura si ripeta è necessario che nella coscienza di tutti sia ben presente la testimonianza di quanti lottarono per la libertà. Sono profondamente convinto infatti – spiega Fini – che la tutela della libertà sia un esercizio quotidiano attraverso il quale rafforzare la coesione nazionale, nella comune consapevolezza che la lotta partigiana per la liberazione è stato uno dei capitoli fondamentali della nostra storia unitaria”.
Qualsiasi cosa si pensi in  merito, bisogna rammentare che quest’uomo ha fatto la sua carriera politica, ovvero ha incassato stipendi e indennizzi durante decenni, e ha maturato pensioni, proprio lasciando credere  di voler difendere la memoria di coloro che oggi insulta. Costoro sono stati generosi con lui, che ha finito con il gestire doni ed eredità lasciati al partito che presiedeva in quanto tale partito difendeva appunto la memoria e l’onorabilità delle Camicie Nere.
D’accordo che voltare la gabbana è sport nazionale, ma chi può attendersi qualunque cosa da un uomo che, cambiata la convenienza, si comporta così?
Chi mai può dargli credito? Utilizzarlo forse, ma stringerci un patto sarebbe davvero improvvido e incosciente da parte di chiunque.
La saggezza popolare ammonisce: “chi ha tradito tradirà” e il neo pasionario antifa è più volte recidivo. Impossibile che i suoi nuovi compagni non lo sappiano e che non si regolino di conseguenza.

 

 

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