domenica 22 Dicembre 2024

Bimbi disattenti? Troppe ore davanti alla tv

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NEW YORK – Il cervello degli esseri umani si forma e matura nei primissimi anni d’età. E se in quegli anni i bambini guardano troppa televisione, il loro cervello ne risente in modo grave.

Uno studio pubblicato sul numero di aprile dell’autorevole rivista specialistica Pediatrics ha lanciato l’allarme negli Usa: ogni ora di televisione che un piccolo guarda, fa aumentare del dieci per cento il rischio che a scuola egli soffra della «sindrome da ridotta capacità di attenzione e concentrazione».
Di studi sugli effetti deleteri del piccolo schermo sui giovani se ne sono fatti a bizzeffe negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Gli esperti di psicologia infantile negli Usa si sono detti certi più volte che troppa televisione sia causa di obesità e di comportamento aggressivo. Tuttavia finora quasi tutte le ricerche si sono concentrate su bambini in età scolare. Questa, condotto dai ricercatori dell’Università di Washington a Seattle, è la prima che analizza gli effetti della televisione sui più piccoli, quelli in cui il cervello è ancora in fase di formazione. I ricercatori hanno constatato che nel primo anno d’età i bambini americani trascorrono una media di due ore e 20 minuti davanti alla tv. La media tocca quota 3 ore e 6 minuti per i bambini sopra i tre anni. Ma ci sono piccoli che hanno la tv nella loro cameretta e che possono guardarla per ore, anche per intere giornate. Il risultato di ciò si avverte solo più tardi quando i bambini cominciano ad andare a scuola: «Sullo schermo tutto avviene velocemente, a lampi brevi e improvvisi – spiega Dimitri Christakis, uno dei ricercatori -. Il cervello dei bambini si è formato su quei tempi, su quegli sprazzi, e non riesce più a concentrarsi quando non riceve lo stesso tipo di stimolo veloce».
Gli educatori hanno da tempo denunciato problemi nella capacità di concentrazione dei bambini a scuola. Venti anni fa, alcuni studi dimostrarono che gli scolari riuscivano a seguire gli insegnanti per un periodo di quindici minuti, poi si distraevano: quegli intervalli coincidevano con le scadenze degli intervalli pubblicitari dei programmi televisivi. Ma da allora la situazione è molto peggiorata. Anche insegnanti di eccezionale bravura e superba preparazione didattica dicono che un numero crescente di bambini non riesce mai a concentrarsi, neanche per qualche minuto.
Gli autori dello studio su Pediatrics raccomandano ulteriori ricerche, vista l’immesa complessità del tema. Tra l’altro, la sindrome da scarsa attenzione e capacità di concentrazione può esistere indipendentemente dall’influenza della televisione. Nelle sue forme più gravi è in genere di origine ereditaria: genitori irrequieti, nervosi, distratti, tendono a trasferire questi tratti caratteriali ai loro figli. Negli Usa i casi più gravi vengono curati con il Ritalin, un medicinale che può contribuire a migliorare molto la situazione, ma può anche avere effetti secondari seri. Recentemente si è notato ad esempio che i bambini che lo prendono, nel corso di due anni crescono di un centimetro meno di quelli che non lo prendono.

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