Home Alterview Black Lives Matter e dintorni

Black Lives Matter e dintorni

0


Wembley, Wimbledon, Londra, Roma e tutto quello che non sai

A Wimbledon e a Wembley gli ha detto male.
Era già pronta la campagna trionfale sui valori del Black Lives Matter in un’orgiastica festa sadomaso, ma il cielo e gli uomini hanno voluto altrimenti.

Cos’è il BLM
È una battaglia sovversiva che fa leva su sentimenti umanitari scientemente manipolati.
Il suo schema è il polo contro polo: una logica binaria che obbliga chiunque ci caschi a inginocchiarsi per non sentirsi in colpa con se stesso o, all’opposto, a tifare per chi spara agli afroamericani. Insomma è una porcheria di trappola ignobile.

Wasp
Senza entrare nel merito del teorema BLM, ricordiamoci che coloro in nome dei quali noi dovremmo chiedere perdono sono Wasp (sostanzialmente inglesi e americani). La tratta degli africani è roba loro e dei mercanti di schiavi arabi. Cui vanno aggiunti i trafficanti transoceanici uno dei quali, tal Lafitte, come hobby finanziava Carlo Marx.
Parliamo di gente morsa da fanatismo veterotestamentario, la stessa che ha sterminato i pellerossa, che ha compiuto l’olocausto nucleare in Giappone e che ha commesso stragi al Napal in Vietnam dopo averle sperimentate contro di noi a largo di Saint-Malo.

Democratici e liberatori
A favore dello schiavismo era schierato in America il Partito Democratico. Quelli che ci “liberarono” nel ’45 e che i nostri progressisti BLM continuano a idolatrare, sono gli stessi che mantennero le leggi segregazioniste razziali per altri venti anni negli Usa.
Alcuni faranno un balzo sulla sedia e grideranno all’assurdo perché quasi nessuno ha mai studiato sul serio quell’epoca e quindi non può assolutamente concepire che tutto quello che ci tramandano sia stato distorto, ma nella Germania del Terzo Reich si studiava nelle scuole la condizione delle minoranze afroamericane. Chi ha avuto occasione di leggere le memorie di Jesse Owens ha scoperto non solo che il campione smentisce i ciarlatani e conferma che Hitler si congratulò personalmente con lui (mentre Roosevelt neppure lo ricevé) ma scrive che Berlino è l’unico posto dove lo abbiano fatto “sentire un uomo e non un negro”. Chi infine abbia visitato lo Stadio Olimpico di Berlino – che oggi è gestito da tutto meno che da dei neo-nazisti – vi trova in un album le frasi degli altri atleti di colore che sono tutte dello stesso tono: in Germania ci hanno trattato da uomini, in Usa mai.

Italiani e Inglesi
Il rapporto che gli italiani tennero costantemente con i popoli delle loro colonie è diametralmente opposto a quello degli inglesi. Emblematiche sono le immagini fotografiche di Tobruk, contesa, persa, ripresa e ripersa. Quando ci sono gli inglesi, lavorano ad hangar chiusi, i nostri ad hangar aperti, coinvolgendo i locali. Come in tutto il resto.
Le leggi razziali del ’38 su cui tutti straparlano ma che non si sono mai sognati di leggere, introducevano anche la cittadinanza per i libici.
Il disprezzo veterotestamentario per gli altri popoli non ci è mai appartenuto.
Noi siamo Romani. Non abbiamo ucciso i loro sacerdoti e i loro credo, li abbiamo accolti nel Pantheon. Non abbiamo distrutto i loro usi e costumi, li abbiamo integrati in un asse imperiale e verticale. Non siamo come gli angloamericani che, una volta prigionieri dei tedeschi, si lamentarono per essere stati messi nelle stesse baracche con i soldati di colore, ricevendo la risposta indignata che si meritavano: se volete combattere insieme dovete condividere sorte e dignità!

Il BLM britannico
Oggi è assolutamente strumentale. Brexit docet: si va verso il Commonwealth e quindi si fa questo gesto ipocrita e vacuo. Tanto ipocrita e vacuo che i francesi, che di sicuro non sono indietro rispetto ai britannici nella retorica dell’integrazione mondialista e del complesso di colpa bianco, non vi hanno aderito.
Ed è, come sempre, un atto di sottomissione. Noi, che non c’entriamo assolutamente un tubo con tutta quella storia dovremmo chiedere scusa con loro, al posto loro, al loro comando!
Non va. Proprio non va. Inginocchiatevi voi e andate a farvi fottere!

Berrettini
La Nazionale è stata un po’ troppo italiana – forse democristiana – uscendosene con una formula gesuitica: non aderiamo al BLM ma c’inginocchiamo se gli altri lo fanno, per rispetto verso di loro. Non è una bella cosa ma nulla di comparabile con l’esternazione da agitprop di Berrettini.
Questo milionario rampante, che pare abbia già la residenza fiscale a Montecarlo, è andato a Londra a fare il provocatore, indossando, lui e lo staff, una maglietta Black Lives Matter.
Black Lives Matter loro e in ginocchio loro se ci tengono! Ma che un cicisbeo qualunque vada a fare passerella così in una finale a Wimbledon è imperdonabile.
Si dice che ci rappresentava come italiani: visto come, tutt’al più ci umiliava. In realtà non è così vero perché si tratta di uno sport individualista di paperoni e quindi rappresentava solo se stesso. Ma, se avesse vinto, i soviet deviati nei mass-media ci avrebbero stritolato gli zibidei per anni. Per fortuna si è schiantato davanti a Djokovic.

Black Penalties Matter
Là dove è intervenuto il caso – dunque il cielo – è stato però l’epilogo ai rigori del Campionato d’Europa che abbiam vinto a casa degli inglesi.
Beffardamente, tra i giocatori inglesi i due rigoristi bianchi han fatto centro e i tre neri hanno sbagliato o si son fatti parare il tiro dagli undici metri.
Inginocchiatevi adesso, che c’è di che!
Capiamo bene che non si tratta di una polarizzazione razziale perché chi ha modo di frequentare africani sa che non sono quasi mai così. A comportarsi con l’arroganza vittimistica e liberticida del genere antifa, femminista, ultralgbt ecc lo imparano qui e lo imparano da noi.
A perdere non sono stati i neri ma i soldati politici del BLM, del dd Zan, dell’antifascismo, dell’antigenitori, dell’anti-maschio, i nemici del Padre. Insomma i commis della Sovversione.
A vincere sono stati gli uomini senza grilli contorti per la testa e gli dei del pallone.
Bene così!
It’s coming Rome. In piedi!

Exit mobile version