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Bologna è camerata

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Anche il pd torna a ispirarsi al fascismo

Sulla locandina che accompagna un seminario organizzato dal Comune e dalla Casa delle Donne, sul tema “Femminicidi, ginocidi e violenze sulle donne”, c’è un’immagine forte. E’ un manifesto che risale al Ventennio fascista e che raffigura un uomo dalla pelle scura che aggredisce una donna con la scritta “Difendila, potrebbe essere tua moglie, tua sorella, tua figlia”. E in città scoppia la bufera: intasata dalle proteste la posta elettronica del vicesindaco Giuseppe Paruolo e l’associazione Orlando, che gestisce il Centro delle Donne, dice che “se il messaggio è stato frainteso, vuol dire che è un messaggio sbagliato e bisogna ritirarlo”. Critiche anche in seno al Pd: per i due consiglieri comunali Emilio Lonardo e Leonardo Barcelò quella “è una locandina razzista, il Comune tolga il patrocinio”, e lancia accuse persino l’Ordine dei Giornalisti. L’assessore alla Scuola e alle Politiche delle Differenze Milli Virgilio, che quel manifesto l’ha scelto per illustrare il seminario di ieri alle 16,30 in Santa Cristina, è costretta a una mezza marcia indietro.

Un errore? Non dico questo, ma se dovessi rifare daccapo, credo che ci ripenserei. Ma l’ho fatto in buona fede, per dimostrare che in sessant’anni purtroppo niente è cambiato: tutte le novità legislative sono intitolate alla sicurezza pubblica, ma in sostanza sono riservate ai migranti e alle restrizioni nei loro confronti”. L’invito con la locandina “razzista” è stato spedito a centinaia di soggetti, istituzioni, associazioni e singoli. Virgilio parla di un equivoco, e oggi scriverà una mail al Centro delle donne e a tutti quelli che hanno protestato per spiegare le sue ragioni. Anche all’ex presidente della Consulta degli immigrati. “Quel manifesto — sta scritto nel messaggio del Centro delle donne — è edito dal Nucleo Propaganda fascista del 1944 e quel che fa riflettere è che purtroppo questo “reperto storico” è tornato oggi tremendamente attuale. Per realizzare l’obiettivo di tutelare le “nostre” donne è stato scelto l’approccio contro il migrante, cioè contro il “differente”, costruito come “il nemico”. Bisogna rimediare ad un errore di comunicazione”. Paruolo, sulla richiesta di negare il patrocinio del Comune, è prudente. “Aspettiamo, prima di trarre delle conclusioni. Ma confermo che mi è arrivata la mail di un rappresentante della Consulta degli immigrati. Non era affatto contento”.

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