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BP conquista il Texas

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Il Golfo del Messico è sempre più nero


La macchia di petrolio causerà gravi conseguenze anche in futuro per gli abitanti e le specie animali del Golfo del Messico – Continuano i tentativi per arginare l’espansione della macchia di petrolio nel Golfo del Messico provocata dall’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon della compagnia British Petroleum (Bp) il 20 aprile scorso. Sembra, però, inarrestabile la fuoriuscita di petrolio che venerdì scorso si è quantificata in 441mila galloni, mentre sabato ha raggiunto i 250mila galloni. E’ difficile calcolare esattamente quanto petrolio si è disperso nel Golfo del Messico dall’incidente a oggi. L’enorme macchia di petrolio, definita “marea nera”, ha raggiunto le coste della Louisiana, contaminandone le spiagge. Negli ultimi giorni, è stata segnalata la morte di diversi uccelli anche in Texas che farebbe presagire l’arrivo della marea nera in questo Stato. Thad Allen, che coordina i guarda coste del Texas, ha spiegato che è difficile riuscire ad arrestare l’avanzata del petrolio per la sua ingente quantità e intermittenza. “Avremmo bisogno di certezze – ha spiegato Allen – ma con un danno ambientale del genere è impossibile averne. Questa perdita di petrolio ci sta tenendo tutti in ostaggio”. Ad est, la macchia è arrivata fino a Pensacola, in Florida. In futuro, la marea nera causerà gravissime conseguenze per gli abitanti, le specie animali e la biodiversità negli Stati coinvolti.

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