C’è ancora un Craxi a rendere inquiete le relazioni tra Roma e Tel Aviv. Questa volta si tratta di Stefania, sorella maggiore di Bobo e figlia dell’ex leader socialista Bettino, nonché attuale Sottosegretario di Stato agli Esteri nel governo Berlusconi.
Gli israeliani non amavano il capofamiglia e riversano volentieri la stessa idiosincrasia sulla prole che, da par suo, contraccambia con il necessario e giustificato disamore, senza soluzione di continuità con i convincimenti paterni e con le scelte politiche del più illustre genitore, il quale dialogava con Arafat ed auspicava un riavvicinamento tra mondo arabo ed Italia su un piano parità e di consolidazione dei rispettivi interessi. Del resto, la stessa Stefania Craxi non ha mai nascosto la sua “gratitudine verso tutti i popoli arabi che anche nei momenti difficili non hanno cessato di significare a mio padre la loro amicizia, il loro rispetto e la loro gratitudine, garantendo anche la sua libertà. Un atto di civiltà, che né io né i miei figli dimenticheremo mai”. Insomma, questo non va giù ad Israele che ieri, come scritto dal Corriere della Sera, ha lanciato un siluro sul Sottosegretario, accusato di sostenere e rilanciare il boicottaggio internazionale del paese del Vicino-Oriente. Che sarà mai successo? La Craxi ha semplicemente evitato di invitare esponenti del Gabinetto Netanyahu al Forum dei Paesi del Mediterraneo, in programma a Milano, perché ciò avrebbe creato imbarazzo alle delegazioni arabe.
Stefania Craxi ha respinto le accuse ed ha rimandato le insinuazioni al mittente dicendo chiaro e tondo che non è colpa sua se “i ministri arabi non vogliono sedersi con loro” cosa che, ha continuato la milanese, dovrebbe portare gli israeliani a riflettere adeguatamente sul loro atteggiamento e sul loro operato in quell’area così calda. Tel Aviv ha allora alzato il tiro coinvolgendo nella diatriba tutto il Governo italiano che in questa fase starebbe compromettendo una storica alleanza perchè sospinto dalle proposte dei paesi arabi e dalle pressioni economiche da questi esercitate. Speriamo che Berlusconi non torni sulla decisione presa, cedendo così ai ricatti di uno Stato che ha completamente perso la bussola e che crede di potersi garantire la sicurezza nazionale aggredendo i propri vicini e disseminando morti per terra e per mare. Probabilmente, la recente posizione assunta dalla Turchia e il timore che quest’ultima possa realmente mettersi alla testa di un più ampio fronte anti-israeliano, guidando l’ostilità di nazioni e gruppi politici islamici (moderati o meno) dalla Siria al Libano, dall’Iran alla Palestina, accentua negli Israeliani la sindrome da accerchiamento. Per questo si ampliano le reazioni scomposte di Tel Aviv che non ammette ulteriori defezioni da parte dei vecchi alleati. Ma di questo ci importa poco ed oggi vogliamo solo fare un plauso a Stefania Craxi la quale ha dimostrato di non piegarsi dinanzi alle minacce dei sionisti. Auspichiamo che la politica italiana faccia quadrato e protegga questa donna coraggiosa che, come ammesso dal Corriere, ha ricevuto un pericoloso segnale “personale”.