Sessantanove anni fa Beria e Stalin davano vita ai massacri polacchi che poi avrebbero addebitato ai tedeschi
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5 marzo 1940: Beria (NKVD) ed alcuni membri del politburo sovietico firmano la condanna a morte di 25.700 prigionieri polacchi detenuti in Bielorussia ed in Ucraina accusati come “nazionalisti e controrivoluzionari”. La Russia negò il successivo Massacro di Katyn sino all’ottobre 1990, quando Gorbachev chiese ufficialmente scusa alla Polonia. Sino a quella data i comunisti italiani imposero alla storia la lettura di un genocidio compiuto dai tedeschi.