venerdì 19 Luglio 2024

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La Treccani impatta violentemente contro Wikipedia e crisi economica.

 

ROMA – Da una parte ‘Wikipedia’ e simili, dall’altra la crisi economica: sono queste le due principali cause che nel 2008 hanno trascinato giù la gestione finanziaria della Treccani, trasformando l’utile di 2 milioni di euro conseguito nell’anno precedente in un ‘rosso’ da 1,9 milioni di euro.

Insomma la crisi economica non ha risparmiato il ‘top’ del sapere in Italia perché i bilanci delle famiglie si sono ristretti e dovendo per forza tagliare qualcosa, ci ha rimesso anche la classica enciclopedia. Quella sulla quale generazioni di studenti hanno fatto le loro ricerche. Ma c’é da aggiungere che oggi c’é tutto sul web e pure gratis, anche se sull’attendibilità di wiki o altri strumenti nessuno può forse dare le garanzie da 85 anni offerte dalla enciclopedia pensata da Giovanni Gentile.

A fare un quadro sulla situazione finanziaria dell’ “Istituto della Enciclopedia Italiana G. Treccani spa” è la Corte dei Conti nella relazione sul risultato del controllo eseguito sui conti del 2008. La situazione appare tutt’altro che rosea ma la Corte dei Conti tuttavia ne ‘promuove’ la gestione: “Malgrado la gravità della generale recessione in atto, l’Amministrazione ritiene che i provvedimenti adottati per la riduzione delle spese e per incrementare il volume delle vendite siano idonei a fronteggiare la crisi economica, contenendo le perdite in livelli fisiologici”, sottolinea la magistratura contabile nel suo documento.

Riduzione del personale, utilizzo del web e delle banche dati in maniera più efficiente e lancio sul mercato “di opere di ridotta voluminosità, quali monografie e collane destinate anche al mercato della formazione, della scuola e dell’Università realizzabili in tempi brevi e con modesti costi grazie all’utilizzazione dei materiali contenuti nella Banca Dati”. Queste per la Corte dei Conti le misure che potrebbero consentire un miglioramento dei conti e una ripresa delle vendite che hanno lasciato sul terreno, nell’esercizio finanziario analizzato, il 7,56%.

Occorrerà verificare se nel tempo queste misure saranno sufficienti a superare “le difficoltà in cui l’Istituto si trova ad operare – si legge nel documento della Corte dei Conti – per conciliare l’esigenza della tradizionale elevata qualità delle opere con quella dell’equilibrio dei costi, specie nell’attuale situazione di mercato, in cui l’informazione attraverso mezzi digitali e multimediali sembra prevalere su quella fornita dall’opera cartacea e la grave crisi economica influisce negativamente sulle capacità di spesa dei potenziali acquirenti ed in particolare delle famiglie”.

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