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Che sensazione di leggera follia

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Se dietro il caso Battisti appaiono le potenze che si contendono il narco-impero

A sostegno del governo italiano nella protesta vibrante contro il Brasile si sono  pronunciati Spagna, Inghilterra e Portogallo.
Il fronte che si profila non ha alcun’omogeneità politica né i suoi membri hanno i medesimi criteri di Diritto o gli stessi codici penali.
E’ difficile non individuare perciò un altro collante tra gli alleati occasionali.
La Spagna e l’Inghilterra (non a caso bersagli di stragi “islamiche” nelle loro capitali) stanno subendo rovesci in tutti gli scacchieri e sono ricacciate dalle loro zone d’influenza dalle potenze emergenti e dalle nuove coalizioni messe in piedi dagli americani.
Il Brasile, potenza emergente, dal canto suo ha dei legami assai forti con la Francia che – nella fattispecie – ha chiesto ai brasiliani prima di accogliere, quindi di arrestare e infine di non estradare Battisti.
La Francia, dal secondo mandato di Chirac in poi, e soprattutto sotto la guida di Sarkozy, dapprima come ministro, in seguito come presidente della Repubblica, ha accettato di compiere una vera e propria rivoluzione. La sua potenza internazionale si fondava sull’Africa. Parigi, d’accordo con gli americani, l’ha svenduta ai cinesi. In cambio ha ottenuto le riconversione della sua piazza finanziaria a partner privilegiato di Wall Street (a discapito della City) ed un inserimento nella narcozona latinoamericana.
Qui l’impero alternativo al narco-imperialismo americano era formato dalla coppia Londra-Madrid che si trova a cedere il passo giorno dopo giorno. Tant’è che la “liberazione” della Betancourt in Colombia ha avuto come protagonista scenico il presidente francese Sarkozy: un gesto spettacolare  in mondovisione che stava a un po’ a segnalare la presa di una carta di risiko da parte transalpina.
Che a sostegno della protesta italiana si siano immediatamente schierate proprio la Spagna e l’Inghilterra con il  satellite portoghese a seguito, non sorprende, essendo entrambe schierate contro l’influenza francese in America Latina ed essendo francese l’origine della questione.
La stessa Italia ha le sue ragioni di mobilitazione in Brasile dove la cessione della quota Eni in Galp è stata bloccata ed è prevista al ribasso. A meno che, nel pacchetto della questione-Battisti non si ottengano condizioni più favorevoli.
Insomma dell’ignobile individuo che è la ragione ufficiale del contendere non interessa a nessuno.
Forse un minimo importerà pure agli italiani che lo richiedono, per niente però ai francesi e ai brasiliani, meno ancora agli inglesi, agli spagnoli e ai portoghesi.
Di fatto il contendere è un’occasione come un’altra per mostrare i muscoli tra chi è in conflitto per ragioni ben differenti da quelle espresse.
La questione, vista a nudo, è però oscena come il personaggio intorno a cui ruota.
Buon anno. Sperando che sia diverso, ma senza eccessive illusioni.

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