venerdì 19 Luglio 2024

Chi proteggevano i servizi segreti

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Strategia della tensione: si parla dei neri ma si scopre che i rossi…

Al processo per la strage di Brescia è emerso il documento che segue:

SERVIZIO PER LE INFORMAZIONI
E LA SICUREZZA MILITARE
prot.n.1652/141/01
 Roma 20 feb.1989
 pervenuto all’udienza del 02-03-89

A: COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
e, per conoscenza:
 CAPO DELLA POLIZIA
Roma

Nel corso della revisione degli atti d’archivio disposta in ottemperanza alle direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia d’ordinamento degli Archivi dei Servizi di Informazione e di Sicurezza è stato rinvenuto un documento, datato 3 giugno 1974, all’oggetto “Margherita dell’Associazione Italia-Cuba di Brescia”.
 Dal documento si rileva che una tale “Margherita” da identificarsi in Ragnoli Margherita, nata a Buenos Aires il 26 aprile 1923, co-segretaria dell’Associazione Italia-Cuba di Brescia, in data 29 maggio 1974, nel corso di una conversazione telefonica interurbana avrebbe detto che dell’attentato di Piazza della Loggia (28 maggio 1974) “se ne era parlato fin dalla sera precedente” il giorno in cui si è verificato, soggiungendo di essere subito accorsa in Piazza della Loggia in quanto le era stato riferito che uno dei morti apparteneva all’Associazione “Italia-Cuba”, notizia risultata poi infondata.
 Dalla documentazione in atti relativa alla Strage di Brescia non risulta che della notizia siano stati informati, a suo tempo, Organi e/o Autorità esterni al SID, né al riguardo sono disponibili ulteriori elementi di valutazione.
 Quanto sopra segnalato ai sensi dell’Art. 9, 3? comma, della legge 801/77.
 IL DIRETTORE DEL SERVIZIO
 (Amm.SQ. Fulvio Martini)

Parliamoci chiaro: qui nessuno sostiene in modo categorico che i comunisti di Italia-Cuba fossero gli stragisti o  fossero complici degli stragisti. Siamo sufficientemente obiettivi ed esperti per mantenere viva l’ipotesi che semplicemente sapessero, grazie all’intelligence, un’intelligence comunque ramificata nell’humus delle sinistre.
Qui si fa notare
a) Se la medesima telefonata fosse stata intercettata presso un’ipotetica associazione Italia-Cile o Italia-Spagna, se ne sarebbe parlato fino alla nausea, se ne parlerebbe ancora e, ovunque nel mondo avrebbero girato films e fictions su questa internazionale “nera”, che ovviamente e senza discussione, sarebbe divenuta stragista.
b) Se un estremista di destra avesse fatto o ricevuto una telefonata contenente non queste affermazioni ma anche solo delle semplici illazioni, sarebbe stato condannato all’ergastolo.
Rammentiamo che per Bologna l’accusa si basò sul fatto che il discutibile pentito Sparti confessò che all’indomani della strage un imputato gli avrebbe detto “hai visto che botto?”
Senza entrare nel merito, ci si limiti a confrontare questo e quello per capire come sono andate per decenni le cose in Italia.
c) Per anni è valsa la vulgata per la quale i fascisti, “manovalanza della Cia”, erano protetti dai servizi segreti. Da tempo non si smette di scoprire, invece, quante e quali relazioni i gruppi dell’ultrasinistra e il Pci coltivassero con i servizi segreti italiani e con molti servizi segreti esteri, non necessariamente comunisti. E si scopre anche chi fosse coperto e protetto in realtà dai servizi segreti italiani: si dice che lo erano i neri ma si scopre che spesso lo erano i rossi. Questo documento ne è un’ulteriore riprova. E, guarda caso, è passato in sordina anche questo.

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