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Ci sono ancora i laureati

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Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai capelli…

Monopoli. Basilica Maria santissima della Madia. Primo sabato di settembre. Le famiglie bene della città sono radunate per assistere al matrimonio di due rampolli molto noti. Fiori, musica, tutto curato nei minimi dettagli. Tra lo sventolio dei ventagli e i flash fastidiosi dei fotografi, la cerimonia scivola via tranquilla fino al momento fatidico. “Vuoi tu, eccetera eccetera…”. La sposa, bellissima nel suo abito bianco, dice “Sì” senza esitazioni. E’ il momento dello sposo. Don Vincenzo rilegge la frase che in cinquant’anni di sacerdozio ha pronunciato un numero infinito di volte. Ma questa volta la risposta del futuro marito tarda ad arrivare. Ripete la domanda con più calma. Lo sposo risponde: “No”.
La chiesa ammutolisce, la musica si ferma, anche il fotografo smette. Quelle due parole il rettore della Basilica non le aveva mai sentite pronunciare. Fingendo calma ha chiesto: “Figliolo, posso chiederti il motivo di questa drastica decisione?”. E così l’uomo che stava per sposarsi ha infilato gli anelli in tasca e, rivolgendosi a parenti e amici ha detto soltanto: “Chiedetelo alla sposa e al suo testimone, il perché di questa scelta”. I dettagli della tresca tra la mancata moglie e l’amico del cuore sono stati raccontati durante il ricevimento dimezzato. Lo sposo (per non perdere anche la caparra) ha invitato i suoi cari a festeggiare il “ritorno al celibato”.

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