Alimentazione, cosmesi e industria
Shampoo e scrub per il viso amici dell’ambiente e un rinforzo salva polmoni. Sono ‘super poteri del cavolo’. A metterli sotto la luce dei riflettori due studi scientifici pubblicati che hanno come protagonista la famiglia ‘green’ di broccoli, cavolfiori, cavoli. Nel primo lavoro, pubblicato su ‘Nature’, ricercatori del Francis Crick Institute dimostrano che le molecole contenute in queste verdure possono aiutare a mantenere una barriera sana nei polmoni e ad alleviare le infezioni. Dall’altro lato, un team di scienziati della Nanyang Technological University (Ntu) di Singapore, dalle pagine della rivista ‘Separation and Purification Technology’ spiega di aver sviluppato una nuova tecnica per convertire i rifiuti di cavolo per l’uso in prodotti per la salute e la cura personale, riducendo gli sprechi alimentari e le emissioni.
Ogni anno milioni di tonnellate di cibo e verdure vengono scartate a livello globale. Nel caso di ortaggi a foglia come cavoli e lattuga, gli agricoltori tagliano le foglie esterne man mano che vengono raccolte, al fine di vendere verdure di dimensioni perfette ed esteticamente gradevoli, senza segni di danneggiamento o ingiallimento. Questa pratica commerciale si traduce nello scarto di una quantità significativa di foglie perfettamente buone e commestibili. A Singapore, nel 2021 sono state generate circa 817.000 tonnellate di rifiuti alimentari, di cui quasi la metà di frutta e verdura.
Concentrandosi sui composti bioattivi nel cavolo, i ricercatori della Ntu hanno messo a punto un metodo che permette di evitare il passaggio di riscaldare o pretrattare gli scarti e rende più semplice e low cost il processo di estrazione del ‘tesoro’, le sostanze fitochimiche utili del vegetale (polifenoli, carotenoidi e clorofille). Gli esperti sono ottimisti sul fatto che questo metodo possa essere utilizzabile su ampia scala e conveniente per l’industria. “L’uso di materiali non tossici e i solventi di derivazione naturale nel nostro metodo lo rendono una tecnica sicura per gli alimenti”, spiega l’autore principale dello studio, Hu Xiao della Ntu School of Materials Science and Engineering. “I nutrienti estratti possono essere potenzialmente utilizzati per applicazioni in prodotti per la cura della persona, cosmetici, integratori alimentari ed estratti di erbe”.
Missione: economia circolare con zero rifiuti. Negli esperimenti di laboratorio, il team ha scoperto che l’approccio sviluppato ha prodotto con successo un estratto che era 2,2 volte più ricco di polifenoli, rispetto ai metodi convenzionali che utilizzano il metanolo. Inoltre, le sostanze fitochimiche bioattive sono rimaste “attive” dopo la conservazione a quattro gradi Celsius per 30 giorni, “un’eccellente durata di conservazione”.
Ma non c’è solo la cosmesi fra le vocazioni delle crucifere. Anche la medicina. Lo studio pubblicato su Nature mette in rilievo un’attrazione virtuosa fra l’Ahr, recettore per gli idrocarburi arilici, una proteina che si trova in siti di barriera come l’intestino e il polmone, e le molecole naturali nelle verdure come cavolo, cavolfiore, broccoli. Una volta mangiate, queste molecole attivano Ahr per indirizzarlo verso un numero di geni. Alcuni di questi geni presi di mira disattivano il sistema, consentendogli di autoregolarsi. L’effetto di Ahr sulle cellule immunitarie è ben noto, ma questa ricerca mostra ora che è anche molto attivo nelle cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni nei polmoni.
La barriera polmonare deve essere mantenuta forte contro l’inquinamento o virus e batteri. E i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti sui topi per mostrare come l’Ahr influisce positivamente sulle barriere polmonari. Per esempio hanno scoperto che i topi con attività Ahr potenziata, se infettati dall’influenza, perdevano meno peso ed erano in grado di combattere meglio oltre al virus anche un’eventuale infezione batterica.
Per i roditori è stato utile seguire una dieta ricca di ‘ligandi’ dell’Ahr: avevano infatti una migliore integrità della barriera e meno danni ai polmoni durante l’infezione rispetto ai topi con la dieta di controllo. Questi risultati indicano che l’Ahr ha un effetto protettivo sulla barriera polmonare che è influenzata dall’infezione, ma può essere migliorata con la giusta dieta. “È comunque sempre una buona idea mangiare molte verdure crocifere, ma questo dimostra che è ancora più importante continuare a mangiarle quando si è malati”, conclude Andreas Wack, capogruppo del laboratorio di immunoregolazione del Crick.
Insomma, c’è un’asse intestino-polmone che vale la pena di sfruttare, è il messaggio. “Abbiamo esaminato l’influenza in questo studio, ma altre ricerche hanno dimostrato che anche il Covid può ridurre l’attività dell’Ahr nei polmoni – chiosa il primo autore del lavoro, Jack Major – Sarà interessante studiare l’impatto di altri virus respiratori sull’Ahr e anche se diverse molecole nella nostra dieta utilizzano percorsi diversi per influenzare la funzione polmonare attraverso le cellule endoteliali”.