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Come dice Casini

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Questo governo ha salvato l’Italia. Come si può agevolmente comprovare

 

E’ record assoluto di disoccupazione per i giovani (compresi nella fascia tra 15 e 24 anni), ma secondo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, non è un fallimento del dimissionario governo Monti, quanto il risultato di “errori di lungo periodo”. Secondo i dati comunicati dall’Istat, provvisori e destagionalizzati, il tasso di disoccupazione giovanile a novembre scorso è stato pari al 37,1%. Si tratta del livello più alto mai toccato, ai massimi sia dalle serie mensili, ovvero dal gennaio 2004, sia da quelle trimestrali, cominciate nel quarto trimestre ’92. Il dato, che esprime l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, è in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5 punti nel confronto tendenziale (rispetto al novembre 2011). Peggio dell’Italia, all’interno dei Paesi del Vecchio continente, fanno soltanto la Grecia (57,6%, dati di settembre 2012), la Spagna (56,5%) ed il Portogallo (38,7%). Quanto alle persone in cerca di lavoro nella fascia d’età tra 15 e 24 anni, in Italia, sono 641 mila e rappresentano il 10,6% dei giovani.
Complessivamente a novembre il tasso di disoccupazione in Italia resta comunque stabile, su livelli alti. Secondo i dati provvisori forniti dall’Istituto di Statistica, il tasso di disoccupazione si è attestato all’11,1%, stesso valore registrato ad ottobre, e in aumento di 1,8 punti percentuali nei dodici mesi. Come ad ottobre, si tratta del livello più alto registrato dal 2004, anno d’inizio delle serie storiche mensili. Se si considerano i dati trimestrali è il dato più alto dal primo trimestre del 1999. Il numero di disoccupati resta vicino a 2,9 milioni (2 milioni e 870 mila), in lieve calo (2 mila unità) rispetto a ottobre.
Rischio povertà. Questo insieme di dati ha fatto concludere all’Ue, nell’ambito del Rapporto 2012 su occupazione e sviuluppi sociali, che in Italia, con il peggiorare della crisi, c’è un “rischio elevato” di cadere in una “enorme trappola della povertà”: una volta che una persona entra in difficoltà, è molto difficile che riesca ad uscirne. La protratta crisi economica che ha colpito l’Europa ha “drammaticamente aumentato i rischi di esclusione sociale di lungo periodo”, e questi, si legge nel rapporto, “variano enormemente” tra i diversi stati membri. L’Italia, insieme a Grecia, Spagna, Malta e i paesi Baltici, fa parte del gruppo di paesi in cui “c’è un alto rischio di entrare nella povertà e basse possibilità di uscirne, con la creazione di una massiccia trappola della povertà”.
Record uomini. A livello di genere, il tasso di disoccupazione maschile (10,6%), cresce di 0,1 punti rispetto a ottobre e di 2,2 punti nei dodici mesi; cala invece di 0,2 punti rispetto a ottobre quello femminile, che comunque resta più alto (12%) e nei dodici mesi aumenta di 1,2 punti. Anche per gli uomini, oltre che per i giovani, si registra un record storico: il tasso d’occupazione maschile a novembre è sceso al 66,3%, livello più basso dal 1992. Nel conto degli ultimi cinque anni (tra il novembre 2007 e lo stesso mese del 2012) gli uomini al lavoro sono diminuiti di 746.000 unità, passando da circa 14,1 milioni di occupati a 13,38 milioni.
Quanto infine agli inattivi, quelli che non fanno parte della forza lavoro e che quindi né hanno svolto recentemente un’attività né hanno “effettuato almeno un’azione attiva alla ricerca di lavoro”, il numero compreso in questa categoria (tra i 15 e i 64 anni) aumenta dello 0,3% rispetto al mese precedente (+39 mila unità). Il tasso di inattività si attesta al 36,1%, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto all’ottobre scorso e in diminuzione di 1,2 punti su base annua.
Fornero. Commentando a caldo i risultati diffusi dall’Istat, il ministro del Welfare e del Lavoro Elsa Fornero, intervistata da Radio Capital, ha detto che l’aumento della disoccupazione e le previsioni negative per il 2013 non sono un fallimento del governo Monti. “Ci sono forze e tendenze di lungo periodo e noi paghiamo errori di lungo periodo – ha spiegato -. C’è molto nella riforma del lavoro che tende a contrastare la precarietà, soprattutto per giovani e donne, ma si deve dire che il lavoro non si fa a comando ma ricostituendo l’economia e migliorando la formazione”. Fornero ha sottolineato che al centro della riforma “c’è l’apprendistato” e che nei due mesi che restano lavorerà “ogni giorno per una aggiunta di costruzione al nuovo apprendistato”. Di diverso avviso il suo predecessore Pdl, Maurizio Sacconi, che ha attaccato: “La rilevazione riflette la depressione in atto nell’economia e nella società, aggravata dagli effetti negativi della recente riforma Fornero. Sarà necessario quanto prima riprendere il percorso disegnato da marco biagi verso un semplice statuto dei lavori che favorisca la propensione ad assumere”.
Bruxelles scettica sulla Riforma. Anche se il ministro Fornero ha richiamato colpe antiche, secondo la Commissione Ue di più poteva essere fatto, soprattutto sul versante dei lavoratori atipici. “La debole efficacia della spesa a sostegno della disoccupazione in Italia, Grecia, Spagna e Portogallo deriva dal dualismo del mercato del lavoro che caratterizza questi Paesi con un settore centrale di lavoratori ben protetti e posti di lavoro instabili ai margini e alla severità delle condizioni per ottenere sostegno alla disoccupazione”, scrivono nel Rapporto 2012 sulla situazione sociale. In questi Paesi, aggiungono, “le riforme del mercato del lavoro recenti o annunciate possono non risultare sufficienti a estendere le reti di sicurezza ai lavoratori atipici”.

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