Home Alterview Come sconfiggere il terrorismo? Basta cambiare la lingua araba!

Come sconfiggere il terrorismo? Basta cambiare la lingua araba!

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Pensavamo di averle sentite tutte dai fomentatori dello “scontro di civiltà”. E invece il bello doveva ancora venire. Ecco, infatti, che salta fuori su “La Stampa” la proposta di combattere il terrorismo semplificando l’arabo, lingua “primitiva” e “poco pluralista”. Riproduciamo qui il testo dell’incredibile articolo e le obiezioni che ad esso ha mosso un linguista scrivendo sdegnato al giornale. Ogni commento è superfluo

Per battere il terrorismo semplifichiamo la grammatica araba



“La Stampa”, 22Settembre 2004



di Ibrahim Refat



Il mondo arabo non è afflitto soltanto dal terrorismo. La cultura araba soffre di numerosi malanni, tra cui la mancanza di pluralismo e la chiusura verso le altre civiltà. Ma il male peggiore, forse, è quello del declino della stessa lingua araba rimpiazzata ormai dai dialetti locali, confinata nella torre d’avorio degli intellettuali e resa monopolio della teocrazia. A meno che le sue vetuste regole non vengano modernizzate e quindi rese più agevoli, avvertono gli studiosi, l’arabo classico è destinato a diventare una lingua morta, adatta soltanto agli addetti ai lavori.

Un libro coraggioso del giornalista egiziano, Sherif al-Shubashi: Viva la lingua araba, e abbasso Siabawia (Saibawia è il nome di un linguista persiano, il quale nel 700 d.C cercò di codificare le regole grammaticali e sintattiche dell’arabo classica) ha messo il dito sulla piaga della decadenza dell’arabo, facendo scandalizzare tutti. Non soltanto i puristi, ma soprattutto gli integralisti islamici. Quest’ultimi considerano la lingua araba un idioma sacro, essendo la lingua del Corano, il Libro rivelato al profeta Maometto. Di conseguenza, essi non accettano mai gli inviti a ritoccarne le regole astruse, in quanto sarebbe un’eresia. Li considerano un attentato all’Islam.

Infatti, la grammatica araba non ha subito nessuna modifica dai tempi di Saibawia. «Siamo come colui che cavalca un cammello su un’autostrada mentre gli altri guidano veloci automobili che li portano verso il progresso», scrive Shubashi nell’introduzione al suo libro. Non è una questione di pura estetica, spiega l’autore, perché un deficit linguistico impedisce la crescita culturale di una nazione, il che condanna la società all’arretratezza e al sottosviluppo economico.

Non è un caso che nel mondo arabo il 45 per cento della popolazione è analfabeta. Una percentuale unica al mondo. C’e’ un nesso fra fanatismo e sottosviluppo culturale? Il libro non affronta questo argomento, getta invece luce su altri temi. Per esempio l’esistenza di fatto di una schizofrenia linguistica nella società araba. Si ricorre soltanto al dialetto (marocchino, egiziano, saudita, ecc) in tutti gli aspetti della vita quotidiana. L’arabo colto è impiegato soltanto per leggere, scrivere, ascoltare radio e tv. Secondo l’autore, un i

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