Nostalgia di un tempo che fu, eppure era appena ieri. Una cittadina che muta forma e cerca anima, preda dell’amministrazione distratta e superficiale di giunte inadeguate ai tempi. In un contributo di un lettore
La mia città natale non esiste più! Me la ricordavo come la classica cittadina toscana, con il Corso perennemente frequentato da ragazzi in cerca di svago, signore affaccendate nella spesa, gruppi di anziani intenti a chiacchierare dei ricordi di gioventù.
C’era il ritrovo in Piazza del Duomo alla domenica alla messa di mezzogiorno, c’erano i personaggi storici, dal fornaio al macellaio, dal sarto al pasticcere.
Oggi la mia città e scomparsa o quantomeno è assolutamente snaturata: il centro storico è stato abbandonato agli immigrati anche negli orari più tradizionali.
Al posto del più vecchio forno c’e’ un negozio con l’insegna “Al vecchio forno” ma con le sottoinsegne in cinese, e dentro si vendono solo prodotti cinesi; i capannelli di anziani sono stati sostituiti da gruppi di cinesi ambulanti con i loro tappeti pieni di DVD o VHS di contrabbando.
La popolazione locale sembra aver abbandonato la città: ho domandato a degli amici come mai il centro storico fosse deserto e mi hanno risposto “Ormai in centro ci vanno solo gli stranieri. Se usciamo andiamo nei centri commerciali”.
L’amministrazione comunale, composta essenzialmente da esponenti DS ormai pienamente inseriti in logiche di potere, si vanta del suo operato, sostenendo di aver creato una città multirazziale, senza tener conto del fatto che ormai sono proprio gli italiani a essere emarginati.
Il fenomeno dell’immigrazione cominciò con l’arrivo della comunità cinese, stimolata dall’amministrazione per garantire all’imprenditoria tessile manodopera a basso costo: oggi i cinesi rappresentano una città nella città con i loro negozi, le loro aziende, la loro “malavita” sempre più organizzata, con il loro tasso di mortalità estremamente basso (denunciato più volte dall’anagrafe comunale) dovuto alle mancate denunce di morte (una carta di identità cinese si può sempre riciclare). Ai cinesi preponderanti si sono aggiunte le altre immigrazioni classiche dell’Italia settentrionale, da quella nordafricana a quella albanese.
Il risultato non si può descrivere: dovreste farvi un giro in centro la domenica pomeriggio!