Il contenuto del Meeting è costantemente cambiato nel corso degli anni, riflettendo gli spostamenti dei promotori, e gli ultimi accostamenti, sia culturali che politici, puzzano di pesce.
da: www.indentitàeuropea.org
I promotori fanno acrobazie veramente ammirevoli per spiegare che in realtà la Manifestazione riflette una preoccupazione innanzitutto educativa con grandi ed obbligati riferimenti al “senso religioso” giussaniano, ma sempre più si constata che c’è dell’altro, in quantità sempre maggiore, e questo altro francamente ci piace sempre di menoIl Meeting per l’Amicizia fra i Popoli di Rimini, che da vent’anni e passa si raduna nell’agosto canicolare della Riviera, in Italia è come la Mamma: non se ne può parlar che bene. Grande prova di forza organizzativa annuale di (una volta) Comunione e Liberazione – (a suo tempo) Movimento Popolare – (ed ora) Compagnia delle Opere, tradizionale vetrina d’estate per tutti i Governi e le opposizioni che in Italia si sono succedute negli ultimi decenni, da quando c’è il governo Berlusconi bis è anche un catalogo ragionato degli Enti locali di centro-destra italiani, che con efficacia prussiana vengono tassati per finanziare la manifestazione in cambio di una fila interminabile di stands tristissimi che diffondono montagne di dèpliant turistici ad un pubblico che è lì per tutt’altro. Ma si tratta di una manifestazione che costa milioni di Euro, e qualcuno deve pure pagarla. Bruciato il dovuto grano di incenso alle dimensioni e all’efficacia della macchina, rimane da guardare alla sua direzione e al suo contenuto. E qui oseremo dire qualcosa di politicamente scorrettissimo, soprattutto all’interno di una maggioranza di centro-destra dove si deve andare d’amore e d’accordo sennò il capofila si incazza: il contenuto del Meeting è costantemente cambiato nel corso degli anni, riflettendo gli spostamenti dei promotori, e gli ultimi accostamenti, sia culturali che politici, puzzano di pesce. I promotori fanno acrobazie veramente ammirevoli per spiegare che in realtà la Manifestazione riflette una preoccupazione innanzitutto educativa con grandi ed obbligati riferimenti al “senso religioso” giussaniano, ma sempre più si constata che c’è dell’altro, in quantità sempre maggiore, e questo altro francamente ci piace sempre di meno.Il primo dato che ci ha colpito scorrendo il Programma del Meeting 2003 è la sproporzione della presenza della Compagnia delle Opere, dilagante oltre ogni limite: nata come aggregazione delle iniziative economiche promosse dall’ambiente dell’ex-Movimento Popolare è oggi la vera padrona del Meeting. Ha gestito direttamente (a proprio nome) tre cicli di incontri che hanno occupato le sale e gli orari migliori della settimana, ed ha svolto un ruolo discreto ma ferreo nel scegliere e pilotare tutte le altre iniziative interne alla settimana del Meeting: per cui il Meeting gode della curiosa caratteristica di essere fatto in Romagna ma pensato e gestito dalla Lombardia, e la CDO ha un peso enorme – misurato in Euro – nel pilotare le scelte milanesi.Questo peso si fa sentire soprattutto nella selezione dei contenuti culturali del Meeting, così come li si può percepire estrapolando dal Programma della settimana le iniziative culturali non concesse graziosamente a terzi in spazi collaterali e periferici, e che impegnano direttamente il nome della manifestazione. Nel corso degli ultimi due anni, sotto il peso di una pesantissima lobby economico-culturale, sono stati progressivamente emarginati tutti i contenuti “scomodi” per il potere: svuotato l’interesse per una rilettura critica della storia (quella che anni fa era definita “l’avventura del popolo cristiano”), cancellate dall’alto le Mostre che possano far a qualsiasi titolo discutere riducendole a compitini senza infamia e senza lode di volonterose comunità di studenti universitari interni al movimento, ridotti i problemi della scuola al finanziamento alle scuole private (e pertanto cancellando, in ossequio alla linea Morattiana, ogni riferimento al problema dei libri di testi faziosi come se non fosse mai esistito), quest’anno si è giunti a