giovedì 18 Luglio 2024

Con troppa TV maggiorate a nove anni

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored

Incredibile ma vero: la televisione cambia gli ormoni. Una ricerca recente ha stabilito che la prolungata esposizione al video televisivo diminuisce la percentuale di melatonina presente nel corpo. Ciò comporta uno stravolgimento dei tempi dello sviluppo sessuale. Il totale snaturamento dell’essere umano è sempre più reale.

FIRENZE – Troppa televisione e la melatonina cala. Due o tre ore di cartoni animati, fiction e videogiochi al giorno rischiano di accelerare la crescita di bambini e adolescenti. È il primo risultato raggiunto da un esperimento effettuato a Cavriglia, in provincia di Arezzo, dall’università di Firenze. Per una settimana, dal 10 al 17 maggio, settantaquattro studenti di elementari e medie tra i 6 e i 12 anni hanno dovuto dimenticarsi dell’esistenza della televisione. E in soli sette giorni il loro organismo ha prodotto il 30 per cento in più di melatonina.

Secondo gli studiosi era stata la precedente, prolungata, esposizione alla luce e alle onde elettromagnetiche del video a far calare la produzione di questo ormone, che, oltre a regolare i ritmi del sonno, sarebbe in grado di determinare i tempi dello sviluppo sessuale: anticipati quando la sua presenza nell’organismo è bassa, giusti quando è abbondante.

L’esperimento, oltre alle tv spente, prevedeva due prelievi delle urine: uno prima di iniziare l’astinenza (gli studenti vedevano in media 3 ore a sera di cartoni animati, fiction e videogiochi), l’altro l’ultimo giorno. Ebbene, i risultati delle analisi oggi dicono che nell’organismo di quei giovani alla fine c’era circa un terzo di melatonina in più rispetto all’inizio, un aumento maggiormente marcato negli alunni delle elementari. Come dire: la luce e le onde elettromagnetiche emessi dalla tv provocano conseguenze fisiologiche, riducono la produzione dell’ormone, un processo che di solito inizia proprio quando viene buio.


Roberto Tarquini del policlinico di Careggi, Roberto Salti e Stefano Stagi del pediatrico Meyer speravano in questo risultato, e ora dovranno fare, con la collaborazione di due professori cronobiologi dell’università statunitense di Minneapolis, un ulteriore passo avanti: provare definitivamente che alla produzione ridotta di melatonina corrisponde un inizio precoce della pubertà. Si tratta di una teoria già fonte di dibattito nella comunità scientifica internazionale. Ci sono ricerche che credono nella capacità dell’ormone, se presente nella quantità giusta, di frenare la pubertà precoce e dettare quindi i tempi giusti dello sviluppo sessuale, e ricerche che invece rifiutano questo suo ruolo.

Il gruppo fiorentino vuole chiarire una volta per tutte il punto. “Potremmo così spiegare un fenomeno degli ultimi anni – dice Salti – l’anticipo della pubertà dei ragazzini. Tra gli anni Cinquanta e Novanta iniziava mediamente intorno ai 10 anni per le femmine e gli 11 e mezzo per i maschi, adesso è tutto anticipato anche di dodici mesi. Una variazione media a cui vanno affiancati i sempre più diffusi casi di pubertà precoce, e che non si può giustificare, come avveniva una volta, con problemi di scarsa nutrizione”.

Dietro a questo cambiamento potrebbero dunque esserci tv, videogiochi e in generale una eccessiva esposizione alla luce artificiale. “Nella nostra ricerca – precisa Tarquini – la televisione non entra in gioco, come succede in altri studi scientifici, come fonte di emozioni forti, capaci di scatenare reazioni emotive in grado di accelerare la crescita. Per noi è solo fonte di luce e radiazioni. Lo studio non vuole arrivare a dire che la tv fa bene o fa male Ora però sappiamo che influenza la produzione di melatonina. Nel futuro studieremo bene il rapporto di quell’ormone con lo sviluppo, anche seguendo la crescita dei bambini coinvolti in questa prima parte di sperimentazione”.

Alla fine di luglio i ricercatori incontreranno d

Ultime

Vestigia di un passato solare

Un'altra scoperta italiana nel Mediterraneo

Potrebbe interessarti anche