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Congedo da Gian Maria Guasti

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Piccolo grande uomo

Si è tenuta ieri mattina ad Alpignano una cerimonia semplice, toccante e partecipata quanto altre mai.
Nella chiesa non meno di duecentocinquanta persone commosse si sono accalcate per dare l’ultimo saluto al piccolo grande guerriero. Una volta tanto nulla è stato stonato, neppure la predica del sacerdote che solitamente in queste occasioni è stridente e astrusa e che stavolta è stata invece del tutto aderente alla persona da cui ci stavamo accommiatando.
Nessuna buffonata, anzi. Solenne, sacro e sobrio ogni omaggio, compreso il presente dato al feretro da due file di camicie nere tra i labari delle Associazioni ardite, dell’Uncrsi e di Comunità Ideale e chiamato con spartana normalità da un altro Reduce, Stelvio Dal Piaz.
Poi il feretro è stato trasportato a Piscina, luogo ove il corpo di Guasti sarà cremato affinché le ceneri vengano sparse sulle sue montagne; le montagne che lui amava, lui l’alpinista che fu anche esploratore e che scoprì e battezzò il lago Piemonte in Groenlandia. Cosa per cui si son ben guardati dal rendergli onori e riconoscimenti. Ma a Guasti , uomo antico, di questo importava poco perché, come i nostri padri, era convinto che la virtù è premio a se stessa.
A Piscina, schierati i labari dietro il leggio, e dietro il feretro, sono state date alcune testimonianze di cuore sul sergente della Monterosa.
Al termine della cerimonia intima un marchingegno ha riportato lentamente il feretro fuori dalla stanza; durante quest’ultimo viaggio è risuonata la canzone degli arditi mentre gli astanti salutavano in silenzio, con il braccio teso verso il camerata dipartito.
Non si può forse dire che un funerale sia bello; tuttavia stavolta intendiamo bestemmiare.
Anche il funerale di Gian Maria Guasti è stato bellissimo. Come tutto ciò in cui era stato attivamente presente.

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