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Coronavirus: un fallimento esistenziale

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poltico, economico, sociale e, speriamo, non biologico

 

Rispetto all’emergenza Coronavirus è necessaria una visione complessiva e non settorializzata.

1. RADIOGRAFIA

Guerra batteriologica
Non importa stabilire se è stata voluta o se è stata causata involontariamente, l’effetto è il medesimo.
Nel 1918 l’influenza “spagnola” fece cinquanta milioni di morti (più della Guerra Mondiale che ne computò 37). Non si è mai capito come nacque. Nessuno ha fatto seriamente la relazione con i possibili effetti batteriologici degli esperimenti chimici che produssero i gas tossici, inizialmente impiegati dai tedeschi che usufruirono della perizia della loro avanzata comunità scientifica ebraica, quella stessa che, respinta dal Nazionalsocialismo, avrebbe avuto un ruolo di punta nella realizzazione della bomba atomica trent’anni dopo.
Non auspico né prevedo che il Coronavirus mieta milioni di vittime, ma che si tratti di una pandemia prodotta da insani tentativi scientifici mi pare evidente.

Guerra economica
Voluta o no, contenuta o meno, l’epidemia si sta sviluppando anche come guerra economica.
Una guerra alle economie emergenti, a quelle assertive e a quelle in rigenerazione. Una guerra  alle relazioni tra i players che intendono prescindere dal controllo angloamericano. Tutte queste economie subiscono oggi un rischio vitale e potrebbero non riprendersi più.
Le direttive governative, specie in Italia, su questo fronte sono di puro collaborazionismo con il nemico perché non prevedono alcun intervento economico, sistemico, fiscale, che consenta di ridurre i danni e di non determinare un vero e proprio disastro socioeconomico. Cosa potrebbero fare? Tante cose. In particolare si leggano i 19 punti del prof. De Pedys, del Centro Studi Polaris, reperibile al link: https://noreporter.org/index.php/alterview/26464-fronteggiare-lemergenza
Ma la guerra economica non è solo di genere imperialistico (a protezione degli interessi angloamericani): essa è anche mossa ai ceti produttivi, alla libera iniziativa e alla proprietà privata, dando un’accelerata al progetto capital/comunista di casta e assistenzialismo parassitario.

Guerra all’Europa
Il Coronavirus si somma alla pressione turca e all’aggressione sostanziale da parte americana all’est d’Europa, volta a impedire l’accordo russotedesco e il varo di un esercito europeo autonomo dalla Nato.
Leggo in questi giorni le solite panzane di cialtroni e incompetenti che accusano la Ue dei nostri disastri e intanto presentano come esempio gli angloamericani!
Poveracci. Non sanno nulla, non s’informano, non leggono altro che le “analisi” degli scalmanati  che si esprimono nel loro circoletto chiuso. Non sanno cosa accade davvero, non si documentano, non leggono le fonti ufficiali (del Cremlino, della Casa Bianca, di Londra, di Pechino, della Germania, dell’Eliseo) e, come tutti i massimalisti strilloni, s’inchiodano in una concezione artefatta del reale che ne risulta offuscata e deturpata da pregiudizi balordi.
L’idea che maggiormente circola nei ghetti sovranisti è che l’epidemia servirà a fare approvare il Mes. Ridicolo! Il Mes verrebbe approvato comunque. Non è la Ue che sta compiendo il colpo di stato strisciante ma lo è il padrone di sempre, e lo fa in Italia come in Europa (e nella sovrastruttura Ue) che, sia detto en passant, si è espressa a difesa dei confini greci e per la flessibilità monetaria di fronte all’emergenza.

2. MISURE D’EMERGENZA

Comportamenti del governo
Il governo italiano dovrebbe rassegnare le dimissioni in massa. Non si può deridere, minimizzare, vietare i controlli sui voli dalla Cina, strillare al razzismo per poi passare al coprifuoco. Se lo si fa si cede contestualmente il posto di corsa, gente vergognosa!
In quanto alle decisioni prese, non so in che misura possano contenere il contagio. Chiudere le scuole, per esempio, significa incentivarlo perché si costringono i bambini a frequentare ambienti più a rischio (ufficio della mamma, supermercati ecc) e gli adolescenti a zonzo diventano ulteriormente patogeni e soggetti a contagio. Fare entrare una alla volta le persone al supermercato significa creare l’affollamento pochi metri più indietro e nient’altro. Peraltro chi lavora è ogni giorno in strada o sui trasporti. E chi chiude (piccole aziende, negozi ecc) non gode di moratorie si spese, contributi, tasse, e così va definitivamente allo sbaraglio.
La riapertura delle strutture ospedaliere tarda ed è comunque insufficiente. Insomma delle due l’una: o è troppo tardi e non si andrà oltre un contenimento relativo, oppure, se si riuscirà a contenere davvero l’infezione, questo sarà dovuto al fatto che la minaccia è stata gonfiata con toni allarmistici. Tertium non datur.

Comportamento della gente
Imbarazzante. Oscilla tra il tutto a posto e la guerra atomica, ma il terrore ormai generalizzato si sta trasformando in un’adesione fideistica alle mosse governative. Non sapendo che pesci prendere, la gente si affida, offre la gola al capo branco. Oggi sono tutti accodati, parlano di disciplina, di coscienza, di educazione civica, di buon senso.  Si nota che hanno paura. Tengono tutti alla vita, senza domandarsi né cosa valga la propria vita, né cosa ne stiano facendo.
Ovvio: con la mentalità materialistica e opportunistica imposta dall’antifascismo non potrebbe essere altrimenti. E la dimensione metafisica? È dimenticata. Il fatto che le chiese restino chiuse la domenica non tocca la mia specifica sensibilità ma è emblematico: per tutti il fisico prevale sul sacro e quando si ragiona così si è morti anche da vivi e non  si sa più combattere perché non vi sono ragioni per farlo. Né la comunità, né la trascendenza: insomma siamo un pollaio.
Ognuno tiene alle sue penne e, al massimo, a quelle dei più cari: un disastro!
E tutti si affidano a un governo di apprendisti stregoni che, il poco che riesce a gestire, lo deve solo al personale medico. In compenso sta operando una trasformazione psicosociale di tipo dittatoriale che, rispondendo a tutte le leggi del controllo oligarchico ampiamente registrate da Eric Werner, sta producendo atomizzazione e sottomissione diffuse.
Siamo tornati al programma di unità nazionale di matrice pidduista e di Compromesso Storico (andavano a braccetto!).

3. CONCLUSIONE

Non siamo in grado di prevedere quali saranno le evoluzioni del virus, né se e quanto le misure di contenimento saranno efficaci.
In compenso rileviamo che la trasformazione psicosociale va nel senso dell’oligarchia e dello smantellamento della produzione  e della libera impresa. Si muove in direzione totalitaria e liberticida. Affianca il nemico nella guerra a trecentosessanta gradi che muove contro di noi europei. Lo fa consapevolmente? Allora è un esecutivo di traditori. Se invece è inconsapevole è pur sempre colpevole.
Ignora o finge di ignorare che siamo in guerra, non soltanto contro i batteri; e in guerra anzitutto  non si disarma. Se si privilegia l’aspetto sanitario devono essere prese al contempo tutte le misure necessarie per la salvaguardia dell’economia e per il suo rilancio. Si deve aprire immediatamente un tavolo di trattative europee non per elemosinare prestiti e sgravi ma per coordinare un’azione comune di guerra nei confronti di tutte le minacce oggi convergenti, senza escluderne nessuna.
Ma non lo si può fare se ci si chiama “Giuseppi”.

 

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