Home Storia&sorte “+Così le truppe di Patton sterminarono cinque coloni indifesi”+

“+Così le truppe di Patton sterminarono cinque coloni indifesi”+

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Un maresciallo dei carabinieri in pensione rievoca la strage di Biscari, l’odierna Acate, dove sotto i suoi occhi gli americani gli fucilarono il padre


Luci e ombre dello sbarco alleato in Sicilia. Ancora oggi a distanza di oltre 60 anni, riaffiora nella memoria di chi ha visto e non ha mai dimenticato una delle pagine più oscure della storia dello sbarco alleato:i massacri commessi nel 1943 dalle truppe americane agli ordini del generale Patton, ricostruiti in un servizio pubblicato ieri dal Corriere della Sera. Giuseppe Ciriacono, maresciallo dei carabinieri in pensione, aveva 13 anni quando si compì, sotto i suoi occhi, una delle stragi più efferate: l’eccidio di Biscari. Cinque civili caddero sotto i colpi dei mitra dei soldati americani, a pochi metri dal ragazzo che vide quella scena terribile. Era il 13 luglio. Il giorno successivo, secondo le ricostruzioni di alcuni studiosi, gli alleati uccisero altri otto civili e 84 militari, 81 italiani e tre tedeschi. L’unico testimone oculare della strage oggi ha 74 anni e vive ad Acate, la città in provincia di Ragusa che un tempo si chiamava Biscari. Sono passati tanti anni, ma il film di quella strage è rimasto impresso in modo indelebile nella sua mente.


“Gli americani – racconta il pensionato – arrivarono nel nostro rifugio e ci prelevarono, trasferendoci a 400 metri dalla casa, vicino ad una casetta rurale abbandonata e ci fecero sedere sotto un grande albero di gelso. Dopo poco tempo, arrivarono altri militari che circondarono la casa e la tennero sotto il tiro dei mitragliatori”.


Giuseppe Ciriacono ancora oggi ricorda con una lucidità straordinaria le ultime parole del dialogo tra il padre, che aveva il suo stesso nome, proprietario del podere 26 e fiduciario del Fascio, e Giovanni Ciurciullo, un agricoltore della vicina Vittoria. “Ciurciullo – ricostruisce l’ex carabiniere – disse di avere la sensazione che gli americani li avrebbero fucilati e mio padre condivise la sua impressione”.


I due uomini intuirono, dunque, cosa stava per accadere. Qualche minuto dopo ci fu il massacro: gli alleati fecero radunare i coloni e li fucilarono. Le vittime, oltre a Giuseppe Ciriacono, furono Salvatore Sentina e Giuseppe Alba, due agricoltori di Caltagirone, Giovanni Ciurciullo e il figlio Sebastiano, di soli 14 anni. Il piccolo Giuseppe, unico testimone oculare, scampò all’eccidio, forse per la sua giovane età. “Un soldato americano mi prese per il colletto – ricorda – e mi fece capire con i gesti che dovevo allontanarmi. Dopo aver percorso venti metri sentii una raffica di mitra, mi voltai e vidi il corpo di mio padre e dei suoi sventurati compagni, a terra senza vita. Non saprei dire perché decisero di graziarmi e uccisero invece il povero Sebastiano, che era appena più grande di me”.


Giuseppe, dopo essere stato affidato ad alcuni soldati americani, tornò ad Acate e diede l’allarme. Ma nessuno sembrò credere a quel ragazzino. Il testimone della strage all’inizio non ebbe neppure il coraggio di ri

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