giovedì 18 Luglio 2024

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altChe dire di lui?

Francesco Cossiga. Che dire di lui? Uomo molto complesso e significativo, ha sicuramente condiviso colpe e segreti con molti padrini della Prima Repubblica. Ha avuto indubbi meriti.
Soprattutto il coraggio di tornare su alcune decisioni importanti, come le leggi speciali che portano il suo nome e che egli ha invano chiesto fossero abrogate. Stesso dicasi per la strage di Bologna. Dopo aver indirizzato, consapevolmente ma per “ragion di Stato”, le indagini sulla falsa pista dell’estrema destra, in seguito ha ripetutamente richiesto che dalla stazione fosse rimossa la dizione falsa e mistificatoria di “fascista” apposta alla parole “strage”.
Occidentalista convinto, ebbe un rapporto difficilmente palpabile con la potenza inglese.
Comprese che si stava abbozzando una spinta populista e trasformista in qualche modo para-peronista e cercò d’inidirizzarla durante la sua presidenza. Ma non aveva una base di massa e il tutto si risolse in una miscela di machiavellismo ed esternazioni mediatiche.
Se ne va portandosi i segreti nella tomba e il grande enigma sul suo stesso valore. Di certo di una cosa non potrà mai essere perdonato: di aver sdoganato, preso per mano, messo sotto l’ala protettiva e infine indirizzato Gianfranco Fini verso luoghi di potere reale.
Un labirinto maleodorante che sa di fogna e nel quale il patron della scrofa, da sperimantato sub, s’immerse immediatamente ma in cui, per ragioni organiche, finì per galleggiare.
 

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