lunedì 19 Agosto 2024

Crisanti ci rimanda a settembre

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“Se il 30 di aprile si abbassano i contagi e il numero di morti diminuisce a quel punto la zona gialla diventa plausibile. Parlare di aperture adesso non ha senso”. A dirlo è Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino, ospite della trasmissione Un giorno da pecora su RaiRadio1. “È la letalità che conta: possiamo anche convivere con 5-10.000 casi al giorno se i morti sono una decina al giorno. Ora siamo a 25.000 contagi e 500 morti: parlare ora di riapertura non ha senso”, dice.
Alla domanda ‘quando ne usciremo?’, lo scienziato replica: “Credo che sarà una cosa per fasi. Prima arriverà il calo della letalità, poi vedremo che le ondate ci saranno continuamente ma saranno sempre più basse, con picchi massimo di 3mila contagi. Potrebbe avvenire verso settembre o ottobre la situazione si dovrebbe stabilizzare, a meno che non arrivino varianti. La sfida è evitare che questo accada, altrimenti dobbiamo ricominciare”.
Il nuovo decreto appena varato dal governo, prevede zona rossa e zona arancione dal 7 al 30 aprile e Crisanti commenta: ”È ispirato al buonsenso, se vogliamo uscire da questa situazione bisogna vaccinare gli anziani e i soggetti fragili: basta con l’assalto alla diligenza da parte delle categorie. Non è accettabile una malattia che uccide 500 persone al giorno. Non credo sia nemmeno desiderabile” tornare a qualche zona gialla a fine aprile.
Lo scienziato prosegue affermando che “tutte le oscillazioni che hanno stremato l’Italia sono il risultato di cedimenti alle pressioni di gruppi d’interesse. Se il 30 aprile riusciamo ad abbattere la trasmissione e la letalità diminuisce, a quel punto diventa plausibile” un allentamento delle misure.

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