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Dall’esercito alla superpolizia

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Come cambierebbero gli orientamenti della Casa Bianca sul piano militare

Il Pentagono dell’era di Barack Obama sarà più concentrato a preparare la risposta a scenari di guerriglia come quelli incontrati in Iraq e Afghanistan, che non a schierare le forze per conflitti tradizionali contro potenze come Russia e Cina. E’ il messaggio che arriva dal ministro della Difesa Robert Gates, che nel presentare il bilancio militare 2010 ha annunciato una “direzione strategica fondamentalmente diversa” per le forze armate americane. La svolta non è solo teorica, ma ha immediate conseguenze nelle scelte del Pentagono su come utilizzare il proprio enorme budget di oltre 500 miliardi di dollari l’anno.
E gli annunci fatti da Gates si traducono in tagli a giganteschi programmi di difesa, con conseguenti perdite di migliaia di posti di lavoro negli Usa. A cadere sotto le sforbiciate del capo del Pentagono sono stati alcuni progetti di primi piano, come il caccia F-22 e il nuovo elicottero presidenziale in via di realizzazione da parte di Lockheed e AgustaWestland (controllata di Finmeccanica). Il caccia, pensato per scenari ancora da Guerra Fredda, non andrà oltre la realizzazione dei 187 esemplari (da 140 milioni di dollari ciascuno) già programmati.
La Lockheed aveva avvertito nei giorni scorsi che un taglio di questo genere può avere la conseguenza di far saltare quasi 95.000 posti di lavoro. Quanto al programma VH-71, che prevedeva la realizzazione del prossimo elicottero ‘Marine One’ su cui far volare Obama, Gates ha ritenuto che le difficoltà emerse per far fronte alle continue richieste di nuove misure di sicurezza da installarci, abbiano mandato i costi fuori controllo: “Dovevano essere 23 elicotteri – ha detto in una conferenza stampa al Pentagono – al costo di 6,5 miliardi di dollari. Oggi il programma ha una stima di costi oltre i 13 miliardi di dollari, è in ritardo di sei anni, e corre il rischio di non poter fornire le capacità richieste”. Un nuovo elicottero presidenziale è indispensabile, ha aggiunto, ma l’intero concetto è da ripensare. I caccia e l’elicottero sono però solo i più clamorosi tra i moltissimi programmi che Gates ha deciso di cancellare, modificare, o incrementare, sulla scia di un ripensamento strategico complessivo di quelle che saranno le esigenze militari americane nei prossimi anni.
I tagli riguardano ambiziosi e costosissimi programmi relativi a unità navali, satelliti, aerei e piattaforme militari pensate con priorità diverse. Il Congresso adesso dovrà valutare la lista del Pentagono, e si prospetta una battaglia per le pressioni che l’industria militare è in grado di esercitare sui membri di Camera e Senato, per difendere stabilimenti e posti di lavoro. Ma un primo segnale bipartisan di plauso alla scelta di Gates è arrivato dal senatore John McCain, l’ex avversario presidenziale di Obama e da sempre un critico degli eccessi di spesa del Pentagono: “Era da tempo che occorreva – ha detto – un cambio di direzione nella spesa, allontanandosi da sistemi d’armamento in ritardo e supercostosi, verso quelli che rispondono alle reali minacce che confronteremo domani”.

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