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Danze Macabre

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Continua l’indagine sulla setta satanista di Busto Arsizio. Non senza risvolti agghiaccianti, con tanto di balli sulla fossa delle vittime al grido di “Adesso siete solo zombie”. Un delirio criminale che non nasce per caso né rappresenta un’irripetibile anomalia; al contrario, esso si alimenta della fragilità dell’uomo moderno e della sua mancanza di sovranità interiore.





BUSTO ARSIZIO – C’è Nicola Sapone che balla sulla fossa dove ha appena sepolto Chiara Marino e Fabio Tollis e urla: “Zombie, adesso siete soltanto degli zombie”. C’è ancora Sapone che soffoca le grida disperate di Tollis infilandogli in gola dei ricci di castagno. È difficile leggere gli atti delle indagini sulle Bestie di Satana. Difficile pensare che possa essere successo davvero. E l’orrore, lo smarrimento, sembrano prendere lo stesso gip di Busto Arsizio, Toni Novik, quando scrive l’ordinanza di arresto: “Questa vicenda rappresenta un unicum nel panorama giudiziario italiano… non risultano omicidi plurimi commessi da aderenti a sette sataniche… Sono fatti difficili da raccontare per chi li ha analizzati”, si legge nel provvedimento. Ventinove pagine che contengono frammenti di confessioni, intercettazioni e racconti di compagni di cella delle Bestie di Satana.

L’uccisione di Chiara Marino e Fabio Tollis. “Per far tacere Fabio Tollis che, ferito a morte, urla disperatamente, Sapone gli mette in bocca un riccio di castagno e poi lo sgozza”, è scritto nell’ordinanza. Ormai tutti i particolari della notte del 17 gennaio 1997 sembrano chiariti: “Quella notte sul luogo del delitto erano presenti Nicola Sapone, Andrea Volpe e Mario Maccione”. Secondo la ricostruzione, Sapone si “occupa” di Fabio, mentre gli altri due uccidono Chiara.
Gli omicidi vengono compiuti “con due coltelli, uno dei quali, per la foga si è spezzato nel corpo delle vittime”. Poi gli assassini usano addirittura una mazza da cantiere. Racconta Pietro Guerrieri (soprannome Wedra) che aiutò a preparare il delitto e nei mesi successivi fu ricoverato per disturbi mentali: “Una martellata?… Una? Mario Maccione gliene avrà date ottanta”. Infine gli assassini si abbandonano alla “dissacrazione dei poveri resti in un’orgia di sangue, l’oltraggio finale costituito dall’urinare sui cadaveri”.


I tentati omicidi. Prima di uccidere Fabio e Chiara nel bosco di Somma Lombardo, le Bestie di Satana avevano già cercato due volte di eliminare i loro “amici”. Il primo tentativo nel Parco Sempione, nel centro di Milano, dove il gruppo si ritrovava. “Chiara doveva essere eliminata perché l’avevano indicata gli spiriti”, racconta Massimino M., uno dei pentiti. Anche lui è indagato, ma da anni è uscito dalla setta e adesso ha deciso di raccontare tutto. “Una sera hanno riempito una bottiglia di barbiturici per darli da bere a Chiara, stordirla e portarla in una zona di Milano frequentata da tossicodipendenti… qui, disse Volpe, le avrebbero fatto un’iniezione di eroina per causarne il decesso da overdose e quindi fare apparire la morte un incidente”. Poi il piano andò a monte, un attimo prima dell’iniezione letale, per il passaggio di una pattuglia di carabinieri. Ma le Bestie di Satana ci riprovarono, la notte di Capodanno 97-98. Dissero a Fabio e Chiara che Satana voleva che avessero un rapporto sessuale. Li fecero andare in un luogo appartato sulla Renault 4 di Guerrieri dove erano

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