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Dieci piccoli italiani

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Alla fine ne resterà qualcuno?

 

Viviamo tempi particolarmente brutti, vedo similitudini con la tragica stagione di Tangentopoli. Anni torbidi e particolarmente indecifrabili se non negli effetti.
Primo, arriva Mario Draghi a Palazzo Chigi. Talmente temuto che ottiene la fiducia da una maggioranza di tipo nord-coreano e con il partito che sta all’opposizione (FdI) ridotto ad “opposizione del Re”, ovvero opposizione di facciata giusto per salvare una forma minimamente democratica.
Secondo, scompare il Presidente della Repubblica a causa di un malore (così ci dicono i comunicati ufficiali).
Terzo, viene ucciso l’ambasciatore italiano in Congo, un atto di una gravità inaudita. L’assassinio di un ambasciatore equivale ad una dichiarazione di guerra, e non da oggi, da millenni. Gli ambasciatori sono persone sacre, la cui incolumità va garantita, qualunque cosa succeda.
Quarto, sempre in relazione ai nostri affari diplomatici in Africa, giunge voce da Messina che il Primo Segretario dell’ambasciata italiana in Etiopia si è tolto la vita, con un sacchetto in testa. Dite quello che volete, ma io non credo a suicidi con questa modalità.
Infine lo strano suicidio di Catricalà, studioso e uomo delle istituzioni. Durante il Governo Monti ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dunque uomo depositario di segreti. Si dice che stava per essere richiamato da Draghi sempre nel ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Anche qui le modalità del suicidio sono quantomeno strane: si toglie la vita con un colpo di pistola nel balcone di casa sua. Il problema è l’arma e il bossolo: se si è sparato con una “nove lungo” non ci sono bossoli perché è un revolver, se si è sparato con una arma “nove corto” non si capisce come mai Catricalà aveva un arma militare che non poteva avere. Difficile che un uomo di quello spessore abbia brigato per avere abusivamente un’arma che non poteva avere. Un mistero al quale peraltro non è stata data risposta.
Infine la notizia che Minniti – ex Ministro degli Interni e uomo notoriamente vicino ai servizi – si dimette dal Parlamento.
Potrebbe essere una coincidenza che fatti come questi avvengano in un lasso di tempo così breve. Potrebbe essere anche una coincidenza che questi fatti – presi singolarmente – siano poco chiari nella loro meccanica. Fatto sta che sembra un romanzo di Le Carré. Solo che Le Carré non scriveva storie troppo inventate: era un agente dell’MI6 e conosceva bene “i fuori scena”.

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