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Dipendence day

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I nostri cortigiani si affollano all’Ambasciata che comanda

Negli Stati Uniti nell’Independence day è vietato stare soli. Così, per dire «happy birthday America» da sempre gli ambasciatori a stelle e strisce organizzano a Roma, nella residenza di Villa Taverna, un evento che è uno degli appuntamenti cardine dei rapporti tra Roma e Washington. Anche quest’anno l’ambasciatore David Thorne ha dato il via ieri a un cocktail party che ha contato ben tremila ospiti. Ad attenderli, alle sette, su un red carpet, oltre all’ambasciatore, sua moglie Rose.
Tra i tavoli e i viali ecco gli onorevoli Pier Ferdinando Casini, Adolfo Urso e Piero Fassino, i senatori Mario D’Urso e Vincenzo Consolo, i ministri Andrea Riccardi e Corrado Passera, l’ex tenutario di dicastero Antonio Marzano. E poi i principi Sforza e Maria Pia Ruspoli, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi con la madre Elettra Marconi, il petroliere Aldo Maria Brachetti Peretti, le stiliste Laura e Lavinia Biagiotti con Silvana Giacobini, il presidente del WWF Fulco Pratesi, i conti Giacomo e Nicoletta Attolico, la contessa Guja Viola di Compalto, Renata Polverini, Francesco Rutelli con la moglie Barbara Palombelli, Giovanni Malagò, la principessa Laurentia Colonna e il neo segretario della Lega Nord Roberto Maroni.
A metà serata, organizzata nello stile wasp di Thorne, che in gergo significa semplice e chic, immancabile il passaggio e l’omaggio dei Marines alla bandiera seguita dall’inno suonato dalla U.S. Naval Forces Europe Band e dal discorso dell’ambasciatore. Thorne, accompagnato dal Presidente del Consiglio Mario Monti, ha paragonato la guerra d’indipendenza all’attuale lotta contro la crisi economica. A concludere, spettacolari fuochi d’artificio hanno fatto concorrenza alle stelle di una calda serata romana.
 

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