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Disoccupati nel proibizionismo

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A Lecce un sintomo evidente dei danni della globalizzazione liberale e neopuritana

Sono scesi nuovamente in piazza lavoratori dell’ex Manifattura Tabacchi di Lecce, a rischio
licenziamento dopo la decisione dell’azienda di cessare la produzione di sigarette nello stabilimento salentino.
Il comunicato diffuso da Bat Italia nei giorni scorsi, nel quale si paventava la riconversione del sito al fine di garantire il mantenimento del livello occupazionale attuale, non ha illuso gli oltre 400 lavoratori dell’azienda, provati da trattative estenuanti e finora sterili. Al timore di perdere il lavoro, unica fonte di reddito per molte famiglie, si aggiunge la notizia non certo incoraggiante proveniente dall’Istat, che parla di un aumento del tasso di disoccupazione ormai vicino al record negativo raggiunto nel 2003.
CasaPound Italia, attraverso il coordinatore regionale Giulio Quarta, rinnova la solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie e sottolinea la logica di mero profitto della British American Tobacco, sulla cui base si pone la decisione di chiudere uno stabilimento produttivo e competitivo. Cpi invita inoltre gli esponenti politici locali e nazionali a intraprendere azioni concrete per salvaguardare il diritto al lavoro di centinaia di dipendenti, ponendo fine a una vergognosa storia di sfruttamento e precarietà avviata dalla privatizzazione dell’ex Manifattura Tabacchi.

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