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Due semplici considerazioni

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sulle guerre interreligiose che avanzano

L’attentato alla Chiesa copta del Cairo dell’ultimo dell’anno, sta sortendo l’effetto desiderato dai suoi ideatori: dare nuova linfa allo scontro interreligioso. In questi giorni politici e giornalisti fanno a gara nel farsi promotori di una strana difesa dei “cristiani” perseguitati dai “cattivi” musulmani. Non si può negare di certo che in alcuni paesi musulmani la libertà di culto sia di fatto abolita, ma vorremmo far notare che gli stessi che oggi si ergono a paladini della “cristianità”, da anni alimentano una spietata guerra all’Islam in tutte le sue versioni, sulla scia dell’occidentalismo atlantista più becero.
Nessuno che faccia due semplici considerazioni: la prima è che è evidente che a qualcuno giova scatenare guerre interreligiose specialmente in paesi come l’Egitto dove sinora la convivenza tra le diverse religioni era abbastanza pacifica , grazie al retaggio laico di quel paese.Quindi i mandanti sono da cercare altrove e neppure troppo lontano dai confini egiziani.
Secondo, in un paese chiamato Iraq, da quando sono arrivati i “liberatori democratici”di ogni risma, e sono scoppiate le guerre tra sunniti e sciiti, i cristiani sono diventati il bersaglio preferito di attentati e massacri e sono in gran parte emigrati all’estero mentre nell’Iraq “cattivo” di Saddam Hussein, il vicepresidente era un tal Tareq Aziz, cristiano, le religioni convivevano tranquillamente e le sinagoghe erano aperte e frequentate durante la guerra con Israele.
Due conti si possono fare senza troppa difficoltà.

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