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E con in testa il nostro Commandant

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Esponenti europei rendono onore ai Caduti giapponesi

La marcia su Tokyo. La quiete del tempio shintoista di Yasukuni, nel centro della capitale,  è stata attraversata da una falange di esponenti dell’estrema destra europea, Jean-Marie Le Pen in testa. Il santuario, va da sé, non era stato scelto a caso. Yasukuni è il  sacrario dedicato ai Caduti, dove vengono ricordati anche 14 “criminali di guerra” di classe A. L’adunata è un’appendice della “Conferenza internazionale delle organizzazioni patriottiche”, e la controparte nipponica dei camerati da 8 Paesi europei è la Issuikai, fondata nel 72 da seguaci dello scrittore Yukio Mishima. E’ una delle piccole formazioni nazionaliste (che, come questa, ad esempio negano le efferatezze compiute a Nanchino nel ?37), rumorose eppure sostanzialmente irrilevanti in Giappone, dove il Partito liberaldemocratico ha sempre assorbito tutto lo spettro parlamentare dal centro moderato fino alla destra.
LE PEN & C. La tempistica non è casuale,  ricorre il 65ー anniversario della capitolazione del Giappone. E gli ospiti  a Tokyo si distinguono per il repertorio retorico che include xenofobia, negazionismo, antisemitismo e simili. Con i francesi Le Pen e il suo vice al vertice del Fronte nazionale, Bruno Gollnisch, c’è il numero due del Bnp (il Partito nazionale britannico) Adam Walker, non mancano Franz Obermayr della Fpö che fu di Jörg Haider, il più a destra dei partiti austriaci, e l’ungherese Krisztina Morvai. Ancora, rappresentate la nostalgia franchista della Spagna e le velleità salazariane dal Portogallo, più camerati da Belgio e Romania. Il fiero britannico Walker non si cura del fatto che i giapponesi fossero i nemici di ieri né della sorte, spesso feroce, patita dai suoi compatrioti impegnati nel conflitto in Asia: “Sono qui per onorare i caduti. Eroi che sono morti per il loro Paese”. E Le Pen: “Importa che noi rendiamo omaggio a chi venne ucciso per difendere il suo Paese. Giapponesi o di qualsiasi altra nazione, il rispetto è lo stesso”. E i criminali di guerra? “Non sono solo gli sconfitti. Ce ne sono anche fra i vincitori”.
LE COLPE DI HIROSHIMA Le parole di Le Pen si inseriscono nel rovello sulle responsabilità dell’ultima guerra. In Asia è attualità, più che storia.

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