giovedì 26 Dicembre 2024

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La costruzione che deturpava il panorama dell’isola di Palmaria, di fronte a Portovenere, in provincia di La Spezia, è stata fatta brillare stamane con 672 candelotti di esplosivo gelatinato. Si chiude così la vicenda di uno dei più famosi ‘ecomostri’ d’Italia.

Sono stati usati 672 candelotti di esplosivo gelatinato, per un totale di 50 chili, inseriti nei 224 pilastri che compongono i sette piani dello ‘Scheletrone’, per abbattere il più brutto ‘ecomostro’ d’Italia, spina nel fianco dell’ Isola Palmaria, davanti a Portovenere (La Spezia). Le cariche, innescate elettricamente, sono state fatte saltare con un impulso a 3000 volt dalla squadra di fuochini che, accompagnati dal direttore dei lavori e da alcuni Incursori della Marina militare (custodi dell’esplosivo), si sono sistemati a 150 metri dalla costruzione, sull’isola. Le esplosioni sono avvenute in sei tempi, a 20 millisecondi l’una dall’altra.
Il sindaco di Portovenere, Massimo Nardini, ha commentato così: “Finalmente cancelliamo una ferita che non speravamo più di riuscire a rimuovere dalla nostra terra”.
Al posto dell’ecomostro, il presidente della Regione Claudio ha promesso che presto sorgerà “un grande centro ambientale di accoglienza per i ragazzi e gli amanti della natura di tutta Europa”.
Alberi, gradinate in pietra e muretti a secco riempiranno lo spazio lasciato libero dallo scheletrone, l’edificio incompiuto degli anni Settanta, abbattuto questa mattina, che per decenni ha deturpato l’isola della Palmaria. Ai piedi della parete rocciosa verrà rinverdita la duna. Sarà riqualificato tutto il percorso da Terrizzo a Beffettuccio.

Si tratta di una lunghezza di 1.200 metri sulla costa Nord che diverrà polo di attrazione turistica. Per migliorare la percorribilità dell’itinerario è previsto un allargamento del sentiero esistente, che per sicurezza in alcuni tratti verrà arretrato rispetto alla linea di costa e protetto dalla forza erosiva del mare con muri in pietra a secco, scogliere, ridisegno delle scarpate e inserimento di specie arbustive ed erbacee autoctone, resistenti al salmastro.

Per l’intervento sono stati stanziati 650.000 euro di fondi regionali provenienti dal condono edilizio del 2004, 855.000 euro derivanti dall’ accordo di programma- quadro sulla salvaguardia e la tutela del territorio del 2007, 166.000 euro del ministero dei Beni Artistici e delle Attività Culturali e 200.000 euro provenienti da Arcus, società partecipata dal ministero dell’Economia, per un totale di 1 milione 871.000 euro.

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