lunedì 1 Luglio 2024

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Al riconteggio i voti del Piemonte

MILANO – «L’attacco a Roberto Cota dimostra che il governatore del Piemonte sta lavorando bene, è persona onesta e impegnata per il bene della Regione. Evidentemente a qualcuno va di traverso che abbia vinto le elezioni regionali». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi in una nota. «Abbiamo il riscontro di una forte indignazione popolare in Piemonte verso un provvedimento ingiustificato che potrebbe provocare anche un’instabilità di governo nonchè un grave danno economico per le casse della Regione. Siamo certi – conclude il premier – che il presidente Cota e l’alleanza di governo che lo ha portato alla vittoria hanno l’affetto e il sostegno di tutti i piemontesi».

DECISIONE DEL TAR Nella notte di ieri il Tar aveva accolto parte dei ricorsi presentati contro l’elezione del governatore leghista, aprendo la strada al riconteggio di oltre 15mila schede elettorali attribuite a due liste irregolari (Lista Scanderebech e Forza Consumatori) che erano collegate al presidente Roberto Cota. L’Ufficio elettorale dovrà verificare in quante di quelle schede l’elettore ha espresso anche la propria preferenza per il candidato presidente. Il margine tra Cota e la governatrice di centrosinistra uscente, Mercedes Bresso. è di circa 9 mila voti, pertanto, in linea teorica, è ancora possibile ribaltare il risultato.


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COMPLOTTO «Per qualcuno non dovevo governare». Ricorre alla tesi del complotto il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota per spiegare il primo esito inatteso del procedimento amministrativo. «Forse anche la nostra unità – ha aggiunto il governatore leghista – la nostra azione di governo determinata e convinta, non sta bene a qualcuno che continua ad ignorare il voto che democraticamente e regolarmente i piemontesi hanno espresso a fine marzo». Ma questa vicenda, ha assicurato, «non mi fiacca, anzi mi dà nuove energie, e governerò con rinnovato slancio». Il presidente contesta e dice di non comprendere la decisione del Tar, ricordando che la preferenza alla lista «vale sia come voto alla lista stessa, sia come voto dato al presidente, a meno di un voto disgiunto».

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BRESSO INCALZA «Quando per vincere si è disponibili a scendere a patti con noti taroccatori questo è il rischio che si corre», replica l’ex presidente Bresso, riferendosi al promotore di una terza lista contestata, Michele Giovine, chiamato a giudizio per falso. «Cota – aggiunge – dimentica che il voto non è stato così netto come lui crede, una maggiore compostezza e senso del limite gioverebbe a tutti». Riferendosi poi alle dichiarazioni di Berlusconi, conclude: «Al premier va di traverso il rispetto delle regole, tanto che cerca di violarle sistematicamente. Ancora una volta mostra sprezzo per le regole democratiche, ma di questo ne avevamo in passato avuto ampia dimostrazione. Continuare ad affermare di avere l’indiscutibile sostegno dei cittadini piemontesi quando si è vinto con lo 0,4% e in contesto di così palesi e riconosciuti reati amministrativi e penali è stupefacente».
Non solo: l’ex governatore contesta anche le parole del ministro Umberto Bossi, che in un’intervista alla Padania dice «Con questa manovra vogliono rimettere in sella la Bresso. Un tentativo che ha dell’incredibile». «Incredibile – è la replica di Mercede Bresso – è il supporto del governo a Cota, non curanti di un dispositivo emesso da un Tribunale e di un procedimento in corso della Procura di Torino. Quando è la destra a ricorrere ai Tribunali lo fa per recuperare torti subiti, quando invece vengono coinvolti da altri urlano al golpe o lasciano intendere a strategie incredibili. Incredibile è il sentire dichiarazioni di alte cariche dello Stato così scomposte tanto da spostare il problema da chi commette i reati a chi invece li persegue e li denuncia. Se sono così convinti di avere ragione, si mettano il cuore in pace e si difendano nelle sedi preposte, senza intimidire con le dichiarazioni».

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